Alec Longstreth, "Basewood" - Green Moon Comics

 


"Basewood" di Alec Longstreth è un'opera molto interessante, portata in Italia da Green Moon Comics, casa editrice nata da poco ma già dotata di un catalogo interessante e competitivo.

Longstreth ha un interessante sito dove si possono leggere molti suoi altri fumetti, ma "Basewood" (2012) è probabilmente uno dei suoi lavori più completi e significativi, almeno sotto il profilo della graphic novel: un progetto nato da Kickstarter con cui Longstreth si distacca dallo stile più realistico, puro "slice of life" dei suoi webcomic più brevi (che gli hanno anche valso, nel 2005, un primo Ignatz Award per "Phase 7", bissato nel 2007 con "Paperback") e affronta - guadagnandoci - il fantastico, che appare anche in modo più infantile nel suo webcomic a colori "Isle of Elsi".

L'inizio in medias res è fin da subito drammatico e coinvolgente: il protagonista si risveglia ferito in un bosco, e il lettore scopre assieme a lui la pericolosa situazione in cui si trova precipitato.

Il disegno è estremamente essenziale ed iconico, ma è una semplicità accuratamente ricercata e perfettamente funzionale, un segno "minimalista" che ricorda, nell'asciuttezza del tratto, qualcosa della lezione di Scott McCloud e della sua riflessione teorica, soprattutto, sull'iconismo fumettistico in "Understanding Comics". L'uso di un bianco e nero senza sfumature rafforza questa esattezza del segno nitido e ben delineato, quasi xilografico (a proposito di "wood").

Ma se il tratto è volutamente essenziale, la ricchezza espressiva di queste tavole passa per l'accuratezza del tratteggio, minuzioso e accurato, che ricostruisce la foresta misteriosa in cui ci aggiriamo sulla scorta dell'eroe con un gusto del dettaglio dei pattern quasi paranoico.

Si apprezza subito anche il particolare senso del ritmo narrativo proprio di Longstreth: capace di sviluppare la storia con la giusta lentezza per far emergere gradualmente le caratteristiche dell'eroe dalle sue azioni (pur sapendo ancora nulla di lui, percepiamo dal suo spirito "alla Robinson" una tenacia e una intelligenza che ci portano all'empatia con lui). 

Ma anche, in modo abbastanza repentino, di svolte a sorpresa (che si chiariranno nel prosieguo della narrazione) in grado di dare un rapido colpo d'ala - anche letteralmente... - al racconto, non appena ci si illude stia affievolendo la tensione narrativa.




Man mano si procede nella narrazione il quadro di insieme si fa più chiaro, ma al tempo stesso emerge una durezza a tratti sorprendente della narrazione, resa più efficace dal contrasto col segno da cartoon quasi infantilizzante. 

Ma se la storia coinvolge e appassiona, la cosa sorprendente resta l'efficacia delle soluzioni grafiche. Di grande efficacia è ad esempio la resa della tormenta di neve, che sottolinea la drammaticità del momento di scoperta, e di sicuro impatto sono solitamente tutte le splash page ben dosate nel racconto, a evidenziare sempre qualche elemento rilevante per la trama.

La tavola, per il resto, è basata di fondo su una struttura 2X3 piuttosto regolare, ma i cui moduli sono giocati in modo spesso elegante e originale. Si esalta la dimensione verticale della tavola, di frequente, in modo coerente con la struttura "verticale" della foresta (accentuata dalla casa sull'albero dei protagonisti).



Man mano che la vicenda si completa, con l'apparizione dell'ultima protagonista, si fa chiaro un certo afflato quasi epico della vicenda: una struttura semplice nelle sue opposizioni, ma che riesce a sfruttare questa semplicità per conferire alla narrazione la forza dei grandi archetipi che mette in scena, fino a condurre in modo sapientemente orchestrato a un efficacissimo scontro finale.

Insomma, questo "Basewood" si conferma una fiaba nera ricca di momenti cupi e drammatici - come sono tutte le vere fiabe, prima dell'edulcorazione ottocentesca - ma narrati con una delicatezza che rende il volume adatto a tutte le età (salvo, direi, la prima infanzia), dove il lettore più giovane potrà trovarci il giusto, mitologico "sense of wonder", e l'appassionato cogliere la bellezza e le finezze di linguaggio che, speriamo, torneranno a breve in altre opere dell'autore.




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