Dylan Dog Oldboy 6 - Marzano, Roi - Gli Esorcisti

 



Per ragioni di tempo e di molteplici impegni di scrittura, non riesco più a recensire tutti i Dylan Dog su questo blog che era nato con questo filone conduttore principale circa tredici anni fa. Tuttavia, cerco di scriverne quando un albo mi ha colpito particolarmente, ed è il caso di questo OldBoy numero 6.

A partire dalla copertina, particolarmente bella. Vero che la citazione di "Nighthawks" (1942) di Edward Hopper è un grande classico, e ritorna anche sul volume dedicato alla biografia dell'autore, per esempio, o a un numero de Le Storie sceneggiato dalla Barbato. 




Ma si tratta di una citazione che si sposa alla perfezione a Dylan e ai suoi temi notturni, e non ancora apparsa, mi pare, in una cover (anche se ricordo di averla già vista in qualche albo, che ora non ricordo, come scena interna). 

Quindi, un plauso ai fratelli Cestaro, e peccato, un po', per le molteplici "sporcature" grafiche: il logo "metallizzato" per gli 80 anni Bonelli vuole forse evocare le medaglie (qui assenti), ma non ho proprio capito l motivazione degli smile horrorifici in copertina, che farebbero pensare a degli sticker allegati, però assenti.

Le due storie all'interno sono poi piuttosto interessanti, e giocano entrambe, in modo differente, sul tema del rovesciamento. Un elemento tipico dell'Old Boy in tutta la gestione Recchioni è stato giocare sulle "realtà parallele", con continui sottili rimandi tra le storie della regolare e quelle del cosmo immutato dell'Old Boy. 

La seconda, di Di Gregorio e Mari, è interessante per un aspetto "metatestuale", di cui diremo a tempo debito; ma la prima, di Marzano e Roi, è significativa per quanto arrischia nel segno dell'humour nero. Un distico da avere, e non solo per l'alta accoppiata di disegnatori.

Ma andiamo per ordine.

Di qui in poi, inevitabili spoiler. Andate in edicola, compratevi l'albo, leggetelo e poi tornate qua.

La prima storia, "Gli esorcisti", vede quindi Giancarlo Marzano ai testi e Corrado Roi ai disegni. Franco Busatta, scelto come curatore dell'Old Boy, intervista gli autori delle due storie e devo dire che è una modalità di presentazione della storia che apprezzo molto, e spero si estenda anche in generale. 

Marzano - che con Roi aveva esordito, nel 2004, con Le notti di Halloween sull'Almanacco numero 14 - evidenzia quello che è un indubbio merito del suo albo: quello di offrire il destro a Roi di dispiegare il suo segno in una chiave grottesca, di humour nerissimo che usualmente non gli viene riservato. Solitamente, infatti, Roi viene associato a un registro particolarmente "alto" e puramente gotico, in funzione anche del suo segno elegante, "artistico", da espressionismo cinematografico tedesco.





Il grottesco, sempre per convenzione, è stato solitamente affidato a Luigi Piccatto nella tradizione dylaniata, per un segno lievemente caricaturale che è in effetti congeniale. E difatti la serie di storie dedicate da Marzano a Liam il Bugiardo inizia al n. 264 con Piccatto, in una storia che unisce umorismo nero a una sottile melanconia. Qui il registro è da un lato puramente grottesco, dall'altro tocca come diremo vette notevoli di libertà espressiva per una testata mainstream come Dylan.

L'idea è semplice e tutto sommato lineare, secondo un tipo di ribaltamento tipicamente sclaviano, spesso usato nei primi numeri, come Marzano rivendica giustamente nell'introduzione (e che a sua volta deriva dal grande fantastico classico, da Matheson a Bradbury a Brown). Il meccanismo si svela subito al lettore: il boss mafioso Teddy "Bear" Coburn, che ha in effetti l'aspetto di un "bear" in un certo immaginario erotico (l'uomo grande, grosso e barbuto) e uccide in un modo coerente al suo essere "orsetto" viene scarcerato e Liam il bugiardo cerca di entrare alla sua corte, ma i scopre che il boss è preda di una possessione angelica.




Teddy quindi perdona chi l'ha tradito, levita in una luce soffusa e canta in gregoriano salmi al signore: invece della celebre Legione (su cui molto sta ricamando in quest'ultimo anno Samuel Stern) dell'Esorcista, abbiamo "Il Coro", voci angeliche infantili e argentine. Con una finezza, Marzano gli conferisce perfino un profumo di vaniglia che è il celebre "odore di santità" (opposto al puzzo satanico dello zolfo) e la glossolalia (parlare tutte le lingue a piacimento). La stessa stucchevole letizia rimanda al concetto di "entusiasmo", che prima di esser per estensione l'opposto dell'understatement così caro a noi piemontesi, è la possessione da parte dello spirito divino (vedi qua).

Già qui siamo su un umorismo arrischiato, per quanto Marzano sia abile a tenersi sempre al di qua dei limiti del cattivo gusto, ironizzando sornione senza mai esagerare del tutto nei toni. Infatti, abbiamo un paradossale "doppio rovesciamento": la possessione diabolica, forzata, è un rovesciamento dell'invasamento (desiderato e cercato) da parte dello Spirito. Quindi qui abbiamo una possessione angelica che diviene parodia della parodia compiuta da Satana, "simia Dei".

Marzano si trova sempre molto a suo agio in storie con una forte componente noir e crime che è nelle sue corde come autore fumettistico e anche filmico. Del resto, il milieu della mala è un tema ricorrente in Dylan fin dalle origini, e qui si sposa bene col tema orrorofico e, stavolta, proprio anche esoterico. 

Una curiosità interessante è un rimando alla continuity di Ghost, in forma ironica: i boss rivali, che vogliono detronizzare Bear che si è rammollito, si ritrovano allo Shard (pag. 53) che è il fulcro del potere ghostiano in tutto il ciclo del rinnovamento dylaniato fino al Ciclo della Meteora. Elementi che, come diremo in un prossimo post, sono ancor più presenti nella storia successiva.






Ma Marzano e Roi non si accontentano, e Dylan (tirato in mezzo da un Liam spudorato come al solito) si rivolge alla Church Of Lucifer, continuando il rovesciamento. Ad accoglierlo è un Anton che è chiaramente proprio Anton Szandor La Vey, il padre dello storico "satanismo religioso". Questi, allettato dal denaro che Dylan schifa, accetta di tentare un esorcismo diabolico, che addirittura Dylan è costretto a completare, agendo di fatto da ministro del culto luciferino. Marzano, abilmente, fa avvenire il compimento del rituale in una bella sequenza di azione muta, da 88-90, evitando proprio di far pronunciare formule diaboliche a Dylan Dog (coerentemente col titolo plurale della storia: e si aggiunge magari anche Liam che, profittatore come al solito, raccoglie l'eredità laveyana, facendo sperare in un prosieguo). Comunque c'è abbastanza da far piangere gli Inquisitori, direi.

In una storia di dark humour è in fondo irrilevante far tornare tutti i dettagli come sarebbe, per dire, in una strettamente giallistica. Ma mi diverte giocare a ipotizzare perché delle schiere angeliche, teoricamente appartenenti ai "buoni", compiano una possessione, che è comunque una limitazione della libertà personale (e il libero arbitrio è cruciale, almeno cattolicamente, alla libera scelta del proprio destino). Allo stesso tempo, l'esorcismo diabolico apre simili dubbi: in fondo, il diavolo compie una irregolarità e la polizia divina interviene a sanzionarlo, ma perché il diavolo dovrebbe trovare sgradita una nuova ribellione angelica alla legge divina? Inoltre, gli angeli non sono soggetti al suo potere nel modo in cui anch'egli lo è a quello di Dio.

Una spiegazione - che elaboro, come detto, per divertissment - è che il Coro sia un gruppo angelico all'inizio della sua ribellione, fatta "a fin di bene" (e si sa di cosa è lastricata la strada dell'inferno...). Allo stesso modo, l'esorcismo potrebbe "funzionare" solo all'apparenza, e l'azione compiuta dal Coro sul finale (a parte la citazione del finale dell'Esorcista...) essere parte di un loro piano di azione.

Se Marzano volesse rispondere a queste ipotesi con quanto può o vuole rivelare, mi divertirebbe molto integrare la sua spiegazione in questo pezzo.

Ma magari, chissà, il tutto serve per un nuovo capitolo, e oltre a Liam anche il Coro potrebbe diventare un suo personaggio ricorrente. In questo caso potremmo avere di nuovo un "rovesciamento carpiato": un Dylan come rovesciamento di Samuel Stern, che si nega come derivativo ma come tale è stato anche percepito da molti. Di "rovesciare il rovesciamento" di Recchioni su Dylan Dog si è occupato invece Di Gregorio con Mari. Ma di questo parleremo prossimamente. Intanto, vi lascio con la "cover nuda" dei Cestaro: un bar dell'incubo che mi suscita una notevole invidia, ora che i bar reali sono chiusi...


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Update del 4 maggio 2021:

Marzano ha segnalato su FB una fonte molto interessante, che attesta come la Possessione Angelica sia stata realmente dibattuta in ambito teologico (vedi qui). Il ragionamento, condotto in termini di teologia tomista impeccabile, non è lontano dal mio in questo articolo: tecnicamente è possibile, perché angeli e demoni hanno uguale natura, ma quella angelica potrebbe avvenire solo a fine positivo. Tuttavia, essendo la privazione del controllo del proprio corpo intrinsecamente malvagia, potrebbe avvenire solo per una emergenza tale da escluderne il realizzarsi. La legione celeste di Marzano, quindi, o ha iniziato una ribellione "per nobili fini" oppure agisce per un qualche piano di alto livello (fermare dei gangster in quanto tali non è una ragione sufficiente, ovviamente).

Nei commenti Corrado Artale ha segnalato anche lo studio di Malachi Martin, che si è occupato anche di casi avvicinabili (non ho trovato nulla però online, per ora, anche se si è occupato di possessioni particolari).

Sarebbe interessante vedere cosa avverrebbe con un terzo caso ancora, qui non considerato ma nella tradizione teologica: ovvero l'azione degli "angeli grigi", quelli che non si sono schierati tra Dio e Lucifero e per questo puniti nell'Antinferno con gli Ignavi (ma, come i Demoni lasciano gli Inferi...). Quando Dante ne parla, fa riferimento al concetto di "coro", curiosamente:

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

In teoria, la loro azione non dovrebbe essere gratuitamente malvagia (ma nemmeno buona: direi, opportunistica).

In ogni caso, queste ultime annotazioni di Marzano sono rilevanti non solo per la sua storia, ma un po' per tutto un filone di esoterical fiction specialmente americano (e direi, non so nemmeno bene perché, "protestante") in cui entra in gioco la possessione angelica: il Castiel di Supernatural, ovviamente, ma anche molte pagine fumettistiche di Hellblazer e magari anche altrove in Vertigo. In fondo, quello che pensavo fosse pura licenza poetica ha un sia pur minimo fondamento. E diventa quindi più inquietante... e più interessante.