Samuel Stern #17 - Il Regno

 


Per parlare di questo Samuel Stern numero 17 (numero maledetto!) partiamo da quella che è una mera coincidenza, ma abbastanza gustosa, e difatti segnalata su Facebook dal creatore Gianfranco Fumasoli.

Alcuni utenti online avevano trovato simili le pose di Dylan Dog e Samuel Stern sulle rispettive cover di questo mese, quella di Gigi Cavenago per il primo e quella di Valerio Piccioni, Maurizio Di Vincenzo, Emilano Tanzillo per il secondo.




Forse in questa suggestione erano aiutati dal titolo nell'identico tono di rosso e una certa omogeneità nei toni cromatici della copertina, oltre alla presenza di una schiera di nemici allineati (in modo diverso). 

Ma si tratta, in realtà, di forme compositive piuttosto standard. Invece, è curioso che unendo le due cover l'albero dell'albo dylaniato completa il mostro dell'altro, piuttosto bene, creando una figura che sembra Venom.




Ma lasciamo da parte questo Easter Egg involontario (appropriato, dato che siamo all'indomani di Pasqua) e veniamo a "Il Regno", l'albo in sé, che mi ricorda nel titolo - non c'è poi corrispondenza - il celebre sceneggiato orrorifico di Lars Von Trier, "The Kingdom". Là il termine era sia il nome dell'ospedale al centro delle vicende, sia apriva il dubbio: chi era il signore del "Regno"? Le forze razionali di uno scientismo corrotto, oppure forze sovrannaturali innominabili?

Samuel Stern, non vi è dubbio, va nella seconda direzione.



Soggetto e sceneggiatura sono di Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago, e come di consueto quando vi è Filadoro tra gli autori troviamo un tema esoterico particolarmente accentuato. In questo caso esploriamo il filone floridissimo del cinema occultistico, che in ambito letterario ha fornito perle come i romanzi di Cristiana Astori dedicati al "ciclo dei colori" da "Tutto quel nero" in poi, alla ricerca di reali pellicole maledette su cui ovviamente si ricama un giallo-noir sul filo di lama tagliente del thriller e del sovrannaturale. 

Qui invece il cinema maledetto al centro della storia è d'invenzione, come logico per renderlo coerente al mondo di Samuel Stern, cui va ad aggiungere nuovi layer di continuity. In una sorta di Snuff Movie diabolico, gli avversari demoniaci dell'eroe utilizzano anche il cinematografo per rituali vagamente richiamanti certi riti celtici oscuri ai loro fini. Appare confermarsi la tendenza sterniana ad esplorare, tramite una continuità coesa di fondo, la penetrazione satanica nei vari ambiti della società. Lo scorso albo, ad esempio (reso prezioso da una variant in Black Cover) andava a introdurre il Processo a Samuel Stern, spostandosi verso un ambito - e modalità di racconto - giudiziario. Qui abbiamo il cinema; altrove abbiamo avuto il mondo medico, oppure quello dell'arte, e così via.


I disegni dell'albo vedono l'arrivo di un nuovo disegnatore, Vincenzo Acunzo, che fa un lavoro davvero interessante. La storia, d'ambito cinematografico, è congeniale a questo segno affilato e inquietante, che ricorda in modo analogico certo cinema orrorifico delle origini, legato in particolare all'espressionismo tedesco dei primi anni '20, tra i vampiri di Murnau e il dottor Caligari di Wiene. L'idea unheimlich di fondo era quasi che l'orrore stesso promanasse dalla magia (nera) del cinema, che solo da poco si era distaccato dall'aura sovrannaturale, anche inquietante, che aveva nelle prime proiezioni nel passaggio tra XIX e XX secolo. Qui la stessa inquietudine appare traslata sul fumetto, "gemello diverso" del cinema che ne condivide - solo convenzionalmente - la data di nascita nel 1895 con "That Yellow Bastard" omaggiato anche da Frank Miller nella sua Sin City.



Coerente con questa natura cinematografica, l'albo ha anche un trailer, di grande efficacia e potenza visiva, che vi consigliamo di vedere prima dell'acquisto o come completamento dell'esperienza di lettura.



Chiudiamo citando l'apparire in edicola di una sorta di spin-off di Samuel Stern. Dall'8 maggio, in tutte le edicole d'Italia, vi aspetta infatti il primo volume di 4, che raccoglie le migliori storie horror di Mostri targato Bugs Comics e una storia inedita di Angus Derryleng che, come un perfetto padrone di casa (viene in mente lo Zio Tibia Picture Show e gli analoghi fumetti di EC Comics dei '50), v'introdurrà nell'oscuro mondo di uno dei circoli letterari più esclusivi di Edimburgo, per 128 pagine di orrore, con la cover di Fernando Proietti. 

Una nuova testata, quindi, che pare confermare il buon successo del personaggio in questo periodo difficilissimo. Non ci resta che attendere i futuri sviluppi dell'orrore sterniano, ricordando che i demoni sono sempre in agguato.