Alessandro Buttitta - L'isola di Caronte

 



Lo scorso 20 maggio è uscito in libreria questo romanzo di Alessandro Buttita, "L'isola di Caronte". Edito da Laurana Editre nella collana Rimmel, l'opera è ambientata principalmente sull'isola di Ustica e tratta delle peregrinazioni investigative, fisiche e mentali di Andrea Mangiapane, trentenne plurilaureato che si è riciclato come necroforo.

Lui è il Caronte del titolo, traghettatore che viene traghettato nell'isola fatale per la sua prima sepoltura assieme agli altri membri dell'agenzia funebre Vita Natural Durante, terribile (e credibilissimo) calembour alla Taffo sul proprietario della medesima, il granitico signor Durante. E il gioco di parole è anche sottilmente depistante, perché Durante è anche il nome esteso di Dante Alighieri, che di Caronte è stato autore - dopo il mito etrusco da cui l'ha ripescato (un parallelismo accentuato dal nome della figlia, Beatrice).

Mangiapane (non a tradimento: vuole infatti compiere il suo dovere con la filosofica caparbietà da osservatore pensoso che lo contraddistingue) si caratterizza a suo modo per uno "sguardo di bragia", se vogliamo: all'opposto però del senso giudicante e punitivo di Caron Dimonio, ma come sguardo indagatore, sul senso della vita e sulle vicende umane.

Il racconto quindi si colora sottilmente di giallo, come è quasi inevitabile in Sicilia sulla scorta di uno Sciascia che spesso occhieggia nel tema di fondo (un giornalista di mafia morto in circostanze non chiarissime) in citazioni esplicite e in un certo andamento indolente della narrazione, dove appare poco capiti ma in realtà le cose si precisano in minimi smottamenti dei rapporti tra comprimari e lunghe divagazioni riflessive, rese gradevoli dall'eleganza dello stile di Buttitta, un po' sentenzioso ma spesso pregnante. 

Il che, a ben guardare, non è un difetto ma stile: quasi ogni frase pensata dal colto becchino laureato potrebbe avere valenza di raffinato epitaffio, da quel "Morì come visse, con cauto ottimismo", che forma un incipit paradossalmente conclusivo, fino allo scioglimento del giallo di cui naturalmente non dico nulla, nonostante sia più un pretesto per l'indagine metafisica sulla vita, sulla morte e tutto quanto. In ogni caso, la parte di detection, che certo serve anche a sedurre un lettore di primo livello (teste il buon Eco de "Il nome della Rosa"), funziona nel suo modo e nel suo ritmo, e lascia soddisfatto anche l'appassionato di giallo italiano che ne ritrova l'equilibrio tipico di indagine e letterarietà.

Un aspetto che ho trovato meritorio, in connessione a questa scelta di esplorazione psicologica e in parte sociale, è l'attenzione ai comprimari della agenzia, che non sono pure funzioni o macchiette ma divengono credibili rappresentanti di un approccio davanti alla morte di cui sono divenuti cerimonieri. 

In parallelo, anche l'uso delle citazioni letterarie è particolarmente appropriato. Evocate fin dal titolo e dal brano in esergo dalle operette morali del Leopardi (il Dialogo della Morte e della Moda, ovviamente), hanno il merito di non essere sfoggi gratuiti di erudizione ma riferimenti equilibrati in grado di guidare il lettore nel testo, contribuendo a conferirgli spessore.

L'elemento centrale resta questa riflessione enigmatica sul senso della morte, con una soffusa ironia e perplessità autentica che, se non fosse un po' banale e scolastico, mi verrebbe da definire quasi pirandelliana.




Chiudo con una nota di merito per la bella cover di Marina de Santis, le figurin nere dei cinque becchini colte su un pontile simbolico, in una luce quasi etrusca di fronte a un mare che sembra aver le valenze simboliche del Tirreno simbolico del Tuffatore di Paestum. Neri per vestito professionale (un aspetto spesso messo in risalto nel testo) ma anche in quanto immersi nell'ombra del controluce, e quindi colti nel nero in quanto uomini.





ABBIAMO PARLATO DI

L'isola di Caronte
Romanzo
Alessandro Buttitta
Laurana Editore
pp. 208, 15,00 euro.

ALESSANDRO BUTTITTA

Alessandro Buttitta (Milano, 4 dicembre 1987) è un professore di materie letterarie e giornalista pubblicista. Vive e lavora in Sicilia. Parallelamente all’insegnamento scrive di serie tv e cultura pop su Huffington Post e altre testate. In passato è stato analista di TvTalk su Rai3 e ha lavorato per più di due anni nella redazione di Rai4. Ha un debole per la pizza, i cavalieri dalla triste figura e i trequartisti di provincia. Ha scritto un libro, "Consigli di classe" (Laurana Editore, 2017), in cui parla delle sfide e delle contraddizioni della scuola attraverso l’analisi del suo immaginario. Cura un blog omonimo sull’Espresso.