Cavaletto, Officina Infernale, "Hyde's Secret Nightmare" (Green Comics)

 


Green Moon Comics è una nuova casa editrice del fumetto estremamente interessante, apparsa negli ultimi anni, di cui ho avuto spesso modo di parlare (di alcuni loro fumetti ho avuto anche il piacere di scrivere una postfazione).

Mi fa quindi enorme piacere l'incontro tra questa casa editrice e non solo uno, ma due degli autori più rilevanti del fumetto horror/esoterico (e non solo) degli ultimi anni.

Da un lato, Andrea Cavaletto, di cui ho avuto modo di scrivere molto. Uno dei migliori interpreti, a mio avviso, del "nuovo" Dylan Dog (che ormai si avvia a un decennio dalla svolta del 2013), sulla base, anche, della sua frequentazione di un horror anche molto più estremo ma, per quanto mi interessa, soprattutto sempre fondato su una accurata - e perciò inquietante - conoscenza del retroterra esoterico, che per Cavaletto non è mai casuale o accessorio.

In alcune storie questo elemento può essere più evidente, in altre rimane sullo sfondo, ma è un fattore unificante e sotterraneo della produzione dell'autore torinese (e, forse, anche questo è un dato biografico non casuale, nelle esalazioni sulfuree di cui la capitale sabauda è profondamente permeata).





Officina Infernale, al secolo Andrea Mozzato, è un artista di incredibile potenza visiva. La sua decostruzione del supereroico ne La Gang del ferro, di cui avevo scritto qui, è uno dei lavori più lisergici e consapevoli al proposito in Italia (e già in questa decostruzione, ai più vari elementi della cultura pop è miscelato qualcosa della controcultura occultistica, cui anch'egli è tutt'altro che estraneo).

Il suo ultimo Dylan Dog, apparso nell'ultimo recente e criticamente acclamato Dylan Dog Color Fest, è una rilettura al vetriolo del personaggio tra le cose più interessanti apparse di recente, in cui si esplora - con tutta la sua incredibile potenza visiva - il lato più ermetico del personaggio, in una chiave volutamente acida e disturbante. Al punto che la sua interpretazione (in particolare: e anche le altre due dell'albo, ma in modo dichiaratamente minore) ha prodotto un rarissimo intervento in prefazione di Sclavi, tra encomio e sottile presa di distanza da una decostruzione così radicale (e perciò, oggettivamente, così affascinant).





Veniamo a questo Hyde's Secret Nightmare, progetto di lungo corso di Cavaletto e Officina che vede finalmente una sua incarnazione dopo una lunga lavorazione. Pensato per essere connesso a un film con sceneggitoura di Cavaletto e regia di Domiziano Cristopharo, è pressoché impossibile descrivere la forza della meravigliosa ferocia visiva messa in campo dall'Officina degli inferi, sui testi affilati che Cavaletto offre a tumultuose splash page / inset page.

La trasmutazione alchemica (e di un'alchimia estremamente nigredica) della tavola di fumetto operata nell'officina infera raggiunge qui livelli sorprendenti. In una direzione completamente diversa (e decisamente più oscura, tra citazioni esoteriche e artistiche, con trasfigurazioni di Goya e affini) viene in mente il lavoro di Sienkievicz al fianco di Miller in Elektra Assassins: ma, di nuovo, l'approccio di Mozzato è totalmente personale.

La storia è durissima e disturbante, come nel miglior Cavaletto più "autoriale": e le opere d'arte di Mozzato hanno il duplice pregio di esaltare da un lato la carica angosciosa e di tenebra della storia, senza al contempo cadere in un gusto scabroso che a mio avviso sottrae qualcosa alla potenza distruttiva di Cavaletto "unchained".

L'opera, inizialmente concepita dai due autori nel 2010, è stata radicalmente revisionata da Cavaletto, che ha in parte riscritto i testi, e le tavole ridisegnate completamente da Mozzato. Si tratta di un gioello di sangue dell'horror underground fumettistico italiano, che a distanza di una dozzina d'anni torna in una nuova veste e con forza dirompente.