"Denti da latte" di Boris Ramirez Barba (Green Moon Comics): il trionfo del disturbante




Ho scritto spesso, su questo blog Fumettismi, di Green Moon Comics, recente casa editrice fumettistica che si è distinta per alcune proposte particolarmente brillanti. 

In particolare, come si può vedere dal dossier delle recensioni, Green Moon ha un certo penchant per l'horror nelle sue varie declinazioni, accogliendo al suo interno alcuni dei nomi migliori dell'inquietante italiano e internazionale. 

La delizia per l'orrore non è un unicum della casa editrice, ovviamente, dato che la tradizione italiana ha sempre offerto un suo spazio fumettistico prediletto al fumetto nero, dalla "K generation" dei '60 all'amletico principe del fumetto italico, Dylan Dog.

Certo, Green Comics si offre una scelta da gourmet dell'orrorifico, e io, da appassionato di delicatessen macabre, non potevo non apprezzare. Però...

Però, certo, il mio rapporto con l'horror è stato ambivalente. Il "piacere di avere paura", per citare un celebre volume di Armellini, lo è sempre. Si guarda il film terrorifico tra le dita messe sul volto per vedere / non vedere. In parte è un gioco letterario (cinematografico), una sospensione dell'incredulità che ci consente di assaporare meglio il denso e nero calice del terrore.

Col tempo, però, come ogni piacevole droga, anche all'orrore finiamo per assuefarci. E non è solo un fatto di rinforzo delle dosi: io, come noto, amo più l'orrore esoterico, sottile che quello più gore e "fisico": ma, al limite, un eccesso di truculenza porta a schifarsi, non a inquietarsi in profondità, che è il vero campo di trionfo dell'unheimlich freudiano.

Ecco: DENTI DA LATTE, scritto e disegnato da Boris Ramirez Barba, è un trionfo del disturbante. In me, ha fatto eccezionale effetto l'orrore dentistico, che tocca un nervo particolarmente scoperto di quella paura medica che in tanti condividiamo con Sclavi e Buzzati. Non per traumi particolari, forse per qualcosa di ancestralmente terrificante connesso alla manipolazione della nostra bocca, porta dell'anima e delle viscere.

Ma la potenza è indiscussa, se Andrea Cavaletto, nella sua prefazione, inizia col sottolineare come raramente ha letto opere "più disturbanti e disgustose" di questo viaggio allucinante. Come nel miglior orrore, si parte da un quotidiano di tutti, in questo caso la caduta di un dente da latte, e lo si amplifica fino a un parossismo che spinge ad urlare dal raccapriccio.

Il risultato è, come recita la presentazione del volume da parte dell'editore, "un viaggio in un mondo fatto di vividi incubi inquietanti, vissuto tra le pareti di casa. Una orribile verità nascosta che cerca di emergere in superficie. Una bambina diversa dalle altre, accompagnata nell’oscuro labirinto casalingo dal suo migliore amico, l’inseparabile orsetto di peluche Orsy. Una storia che contorce lo stomaco e che vi spezzerà il cuore."

Per mio conto, garantisco che non si tratta di esagerazioni promozionali. La cosa notevole che compie Barba come autore completo è la sinergia tra segno e trama: le immagini hanno un segno pulito, nitido, preciso, ma con una certa morbidezza che introduce perfettamente alla morbosità, indagando impietosamente il degrado esistenziale in cui è immersa la protagonista.

La colorazione è ottimale: toni di grigi interrotti solo da un giallo usato con intenti volutamente nauseabondi, evoca atmosfere claustrofobiche ancor meglio che il colore o un segno puramente fotorealistico.

Non anticipo molto, perché l'impatto con l'opera si apprezza meglio, a mio avviso, massimizzando un certo effetto shock (presumo di aver avvertito a sufficienza che ci vuole un certo predisposizione all'horror splatteristico e dintorni, giusto). Questo vale anche per i disegni, anche se già sul sito Green Moon potreste avere una anteprima di quanto vi aspetta.

La domanda legittima del lettore più estraneo alla scena orrorifica potrebbe essere: "perché?". Quale fascinazione può venire da esplorare quanto profondo può essere l'abisso che sanguina da chine usate con la perizia di un maestro oscuro?

Domanda che credo destinata a restare senza risposta. Si può razionalizzare, certo, in molti modi, ma alla fine ciò che porta a scrutare nel buio credo risieda in un qualcosa di inspiegabile.
Di sicuro, a suo modo, "Denti da latte" questo abisso lo esplora in una sua notevole profondità, nel cavo orale degli inferi e più giù ancora.


“DENTI DA LATTE”

Green Moon Comics

Collana Tundra

Scritto e disegnato da Boris Ramirez, prefazione del maestro dell’horror italiano Andrea Cavaletto .

Editing, traduzione, lettering e progetto grafico di Fabio Punk Baldolini

Direttore editoriale Lucio Perrimezzi

Ceo Marco Grandinetti

FORMATO
17x25cm – Brossurato
pp. 104 Tricromia

ISBN 9788894973129