"Gravedigger Rose" (Green Moon Comics)


Su Fumettismi mi capita spesso di scrivere di Green Moon Comics, casa editrice fumettistica che si distingue per alcune proposte particolarmente brillanti. 

In particolare, come si può vedere dall'archivio delle mie recensioni, Green Moon ha un certo penchant per l'horror e il fantastico nelle loro varie declinazioni, sviluppate da alcuni dei nomi migliori dell'inquietante italiano e internazionale. 

"Gravedigger Rose", uscita in questo 2022, si colloca perfettamente all'interno di questa produzione che ha ormai assunto un volto preciso e ben delineato.

Alla sceneggiatura troviamo Tommaso De Stefanis, fondatore del collettivo Crazy Camper, realtà per cui aveva realizzato Madadh e Bren Gattonero, mentre Il Cimitero dei Calamari era stato edito da Panini Comics.

I disegni sono del giovane Lorenzo Daddi mentre la spettacolare copertina è di Michel Mammi (che aveva partecipato al notevole esperimento di Mytico!).




Sulla grandiosità visiva di questo mondo steampunk ideato da De Stefanis e reso da Daddi credo ci sia poco da aggiungere alle tavole dell'anteprima che ho inserito a corredo dell'articolo. La storia inizia con una spettacolare presentazione dell'eroina, colta letteramente nel fuoco della battaglia. 

Un incipit adrenalinico che squaderna subito al lettore tutti i punti di forza del fumetto: azione mozzafiato resa con un dinamismo sorprendente, cinematografico, in grado di usare al meglio gli elementi di linguaggio moderno del fumetto, in Italia adottati ancora con relativa parsimonia.

Le vignette sono al vivo, senza linea di contorno, e il montaggio sfugge alla gabbia tradizionale per adottare tagli obliqui usuali nel fumetto supereroico e nel manga, ma non solitamente qui da noi. Non si lesina su splash page e quadruple di grande effetto, complice una storia scandita da esplosioni reali e figurate. 



Il segno è come si vede raffinatamente cartoonesco e caricaturale, accurato nella resa di ogni aspetto dell'ambientazione e dei personaggi, contribuendo al complesso world building di questo TeXXXas proibito, allucinato e violentissimo. Il testo di presentazione, giustamente, parla di Walt Disney e più specificamente di Alice in Wonderland, il Disney più lisergico, anche se il tratto ha una sintesi sua, non necessariamente disneyiana, anzi (al limite, siamo dalle parti dei comix più cattivi, i figli degeneri di Tex Avery e dei Fleitscher a bagno nel calderone lisergico dei '70).





Il montaggio è non solo genericamente cinematografico, ma di un cinematografia di genere volutamente estrema, con montaggi tra Tarantino e Rodriguez, o i loro modelli nel cinema d'azione asiatico spesso da loro omaggiati. Fughe prospettiche radicali che spesso sfuggono ai confini della vignetta, con le canne di pistole e fucili che quasi paiono giungere a minacciare il lettore / spettatore.




Sulla trama, come al solito, preferisco non dire molto, per evitare di sciupare al lettore il piacere della lettura. Siamo naturalmente nelle sconfinate praterie del western riletto con occhio postmoderno, da Leone a Lansdale, per riprendere altri riferimenti apertamente citati in presentazione.

Diciamo solo che, se da un lato si gioca raffinatamente sui tropi dell'action - dalla rissa in saloon alla damsell in distress - lo sviluppo della storia è originale, e assume punti di vista originali nella narrazione, a partire dalla protagonista del titolo che appare con un buon colpo di scena ben sviluppato.

In generale, si conferma l'abilità di De Stefanis - ben supportato in questo dai disegni di Daddi - nello strutturare una storia che da un lato risponde alle convenzioni di genere western, nella sua declinazione più cruda e con una buona contaminazione steampunk, dall'altro risulta piuttosto originali anche grazie al mix di ingredienti aggiunto nel mash-up: animali antropomorfi, poteri sovrannaturali, ucronismi tecnologici (usati con sagace parsimonia).

Allo stesso tempo l'autore mostra la sua abilità di bilanciare l'esigenza di mantenere un filo conduttore coerente della trama e lo stordire continuamente lo spettatore con mirabilanti trovate e scene ad effetto, che danno il destro a Daddi di cimentarsi costantemente in raffigurazioni e inquadrature spettacolari. Un gusto del sorprendente quasi barocco ("è del poeta il fin la meraviglia": e anche del fumettista, si direbbe) che indubbiamente è in grado di sedurre il "suo" lettore, quello affascinato dalle tematiche che abbiamo qui presentato.

Concludo con una piccola provocazione impossibile e per certa fumetto-sfera quasi blasfema: di questi autori mi piacerebbe vedere una rilettura di Tex Willer, il capostipite del fumetto italiano che dello spaghetti western, e quindi anche dello steampunk in senso remoto, è in fondo la vera fonte primaria. Non tanto nella "regolare", quando in un ipotetico "Tex Willer Color Fest" paragonabile a quello dylaniato (del resto, nell'Old Boy il buon vecchio Dylan aveva esplorato uno spaghetti western sovrannaturale da Dia de los muertos, ad Halloween). Ma presumo sia difficile che questo avvenga.







"Gravedigger Rose" lo trovate sullo shop della Green Moon:

https://www.greenmooncomics.com/prodotto/gravedigger-rose/

https://www.greenmooncomics.com/negozio/

e anche in fumetterie, e-commerce, librerie.



Gravedigger Rose


Prezzo: 16,00€


GENERE

Graphic Novel, Fantasy, Western


AUTORI

Tommaso Destefanis

Lorenzo Daddi

Michel Mammi (Copertina)


FORMATO

17x24cm – Brossurato

pp. 128 Colori