LVCE1897, "Diluvio", Jundo Comics

 


Di Jundo ho avuto già modo di parlare svariate volte, sia qui, su Fumettismi, sia sullo Spazio Bianco. Si tratta di un bel progetto italiano che ha creato un portale di webcomics, e in seguito ha attivato anche una bella linea di pubblicazioni cartacee che raccolgono le serie più significative, che gli amici di Jundo sono stati così gentili da inviarmi per recensione.





Tra questi ultimi invii, notevole è "Diluvio" di LVCE 1807, crasi di Lord Violent, cordiale esumamorti dal 1807, con una bella variant cover di Pablo Cammello, tra i nomi più importanti del nuovo fumetto italiano. Il nom de plume dell'autore farebbe pensare a qualcosa di comicamente feroce, una qualche derivazione, in qualche modo, dello splatter horror dei '70 e degli '80 (almeno questa è stata la mia personale percezione).

L'autore cura anche il lettering; l'editing è di Gabriele Mareri, la supervisione di Matteo Vesprini.





Invece, la storia sviluppata si muove su altri binari. La vicenda si sviluppa fin da subito su due linee temporali che si intuisce destinate a incrociarsi, ma inizialmente indipendenti: la sequenza a colori introduce una vicenda più onirica e stralunata, in potenti sequenze mute, mentre la sequenza alternata, in bianco e nero, tratta di una missione spaziale, soffermandosi sulla difficile convivenza degli astronauti nel ristretto spazio vitale.








Una vicenda ben congegnata, in cui la calibrata eleganza della storia si equilibra con un segno algido, spigoloso, raffinato, sia nelle sequenze colorate, di grande e quasi lisergica seduzione visiva, e in quelle più algide, in un freddo bianco e nero in toni di grigi.

Contribuisce al crescendo inquietante della vicenda anche l'illustrazione che accompagna ogni capitolo, una sorta di arcano maggiore dei tarocchi che si evolve man mano che la vicenda si dirige verso la sua conclusione, in un simbolismo inquietante che pare alludere alla progressiva illuminazione del protagonista.





Sia l'onirismo della macrosequenza a colori, sia il freddo straniamento della sequenza in bianco e nero, con i due astronauti prigionieri l'uno dell'altro nella terribile solitudine cosmica, evocano per certi versi le atmosfere di 2001 Odissea nello spazio: non in modo imitativo, ma adeguatamente ricreate in una nuova narrazione, in un nuovo medium.



Come al solito, consiglio di leggere prima il fumetto su Jundo (accessibile a prezzo contenuto) e poi eventualmente acquistarlo nel caso si sia apprezzata la lettura. Tuttavia, in questo caso - come in altri - l'indubbia bellezza visiva del prodotto e il prezzo contenuto (12.99 euro) mi fanno propendere per consigliarne l'acquisto in cartaceo.