The Shilling Shockers - Ehm Autoproduzioni



Come spiega l'Enciclopedia Britannica, uno "Shilling Shocker" è un racconto violento caratterizzato da crimine e violenza, venduto a uno scellino, molto in voga nell'Inghilterra vittoriana (vedi al proposito la Britannica).

Questo "The Shilling Shockers" è dunque un'antologia a fumetti composta da sei racconti tra horror e thriller, con una particolare attenzione all'horror psicologico, che mirano - con successo - a raccontare le sfaccettature della paura secondo chiavi di lettura diverse, per totali 152 pagine brossurate e a colori. Un progetto intrigante, in curiosa (e casuale, per chi conosce i tempi editoriali) coincidenza temporale col notevole "Cabinet of Curiosities" di Guillermo del Toro su Netflix.

Il progetto nasce da Ehm Autoproduzioni, realtà molto interessante del nuovo fumetto italiano, di cui si possono vedere molte cose sul loro sito, qui.

In questo caso il progetto è Dal 31 ottobre al 31 novembre su Kickstarter, qui.

La cover di Giulio Rincione evoca bene, nel suo stile riconoscibilissimo, le atmosfere nere e vittoriane che permeano l'albo (più come suggestione che come ambientazione precisa).





Apre le danze “Talassofobia” testi di Elisa Castellano, disegni di Antonello Cosentino, storia cupa, claustrofobica, che sviluppa l'angoscia degli abissi, tra spettri lovecraftiani e paranoie alla Abyss, In fondo, si tratta di una variazione, forse, della psicosi da sepolto vivo così cara a Poe, rielaborata in molte declinazioni. La storia è incalzante e i disegni di Cosentino, taglienti e affilati, rendono bene la tensione che la percorre fino al finale non privo di un certo piglio sorprendente. La scelta del bianco e (molto) nero, ricco di retinature, rende bene la cupezza della storia, e dà stacco ai balloon di pensiero del protagonista, unico elemento a colori.




“La Bestia” di Vittoria Margheri prosegue con una fiaba oscura, uno sviluppo differente dell'archetipo del cacciatore di mostri (tipo il Pifferaio di Hamelin, ma ancor più disturbante). Da apprezzare l'eleganza del disegno, e come sia gestito il rosso come colore simbolico che permea gradatamente vari aspetti della narrazione: elemento che evoca ovviamente il sangue, l'orrore, il passaggio al lato oscuro che gradualmente interviene nel racconto. Uno stilema codificato nel fumetto moderno dall'uso in Sin City da Frank Miller, ma che qui viene adottato con particolare originalità espressiva,


Particolarmente disturbante “Argomentum at hominem” di Neri Cortopassi, che usa il colore in toni acidi, con un segno nervoso, volutamente sghembo, come si vede qui sopra, eccezionalmente efficace nel costruire una narrazione angosciante, e ovviamente non lineare come può sembrare a primo acchito, e come lascia intuire il colto titolo (che rimanda a una fallacia logica qui messa a suo modo in scena). Interessante la scelta di una narrazione ai limiti tra fumetto e storia illustrata, almeno all'apparenza, con l'alternarsi di pagine di testo e immagini, fino almeno al disvelamento finale.




“Uroboro” di Fabrizio Castano. è di nuovo una storia estremamente potente, che svela forse un po' troppo nel titolo a chi conosce il riferimento, ma che è particolarmente apprezzabile (e particolarmente angosciante) per l'ambiguità che mantiene: non conosciamo fino in fondo la verità sul protagonista, se dannato con ragione o prigioniero di un suo psicotico senso di colpa, cosa congeniale ad aumentare il senso di disturbante (ho apprezzato, personalmente, in modo particolare che sia un professore che, a un primo livello, si percepisce "buono", data l'ovvia mia auto-identificazione professionale). Il linguaggio visivo è efficace e originale, usando sì di fondo la cupezza del nero ma anche l'alternanza con un segno "cartoonistico" e colori squillanti (come nella tavola qui sopra). La scena è sovrannaturale, onirica, surreale e non tecnologica, ma ricorda per analogia certe atmosfere spiazzanti di Black Mirror ("White Bear", ovviamente, viene in mente, anche se qui la storia è più "chiusa").



“Ulster Weavers” Testi di Cosma Bassi, disegni di Sette Valeria, torna a utilizzare l'espediente di alternare testi e immagini giustapposti, con poco uso del classico linguaggio fumettistico (la vignetta, la nuvoletta... anche il testo è come battuto a macchina su carta a quadretti, con effetto straniante). Se Neri Cortopassi però usava il colore, qui la scelta è per un monocromatico di un nero densissimo, in cui spesso la figurazione cede quasi del tutto all'astrazione, non nelle geometrie della linea astratta cubista ma dalle parti di un certo espressionistico informale.



Chiude l'oscura parata “Parasomnia” testi di Claudia Milazzo, disegni di Charlie La Cerva, colori di Elisa Bisignano. L'orrore dell'insonnia è reso con notevole efficacia (come credo capisca chiunque abbia condiviso con la sventurata protagonista la discesa nel Maelstrom di questo male sottovalutato), in tavole dal segno pulito, sapientemente essenziale, che vede il graduale passaggio dai toni dell'azzurro a quelli del rosso come segnacolo dell'irrompere dell'orrore.

Insomma, sei storie brevi horror di grande efficacia, che meritatamente - come si è cercato qui di evidenziare - sfruttano molto bene sei diversi specifici approcci al linguaggio fumettistico, come espressione dei sei diversi team artistici (o singol artista) all'opera. Un'opera fortemente autoriale: usa appunto, ad esempio, il colore come elemento narrativo, quando serve all'artista, e non come elemento di seduzione (in molte storie è di fatto minimo o assente, cosa rara in un volume stampato a colori).

Oltretutto, ha il merito (una difficoltà in più) di non sfruttare invece un vantaggio delle produzioni indipendenti ovvero premere sull'acceleratore dello splatter, del gore (come altri legittimamente fanno: penso a uno degli autori che più apprezzo, Cavaletto, che sa alternare magistralmente i vari registri e quando può per il contesto usa in massimo grado il registro del disturbante). Il focus, come accennato, è qui su un orrore che è sempre innanzitutto psicologico: quando, come qui, ben scritto, il mio preferito.

Una panoramica di grande interesse di sei nuovi approcci autoriali del fumetto di oggi, per un orrore. Consiglio ovviamente a chi può ed è interessato di aderire alla campagna di “The Shilling Shockers”, iniziata il 31 Ottobre, giorno in cui è stato anche rilasciato uno dei sei racconti, “Talassofobia”. La campagna avrà la durata di 30 giorni. Il progetto sarà finanziato solo se raggiungerà il suo obiettivo entro l’1 di Dicembre 2022.





Chiudo con un auspicio. Dylan Dog, l'ammiraglia dell'horror a fumetti italiano e in fondo (al di là del mero dato di vendita) del fumetto italiano stesso, per certi versi, sta vedendo in questi giorni una trasmutazione, di cui il primo passo è questo bel Color Fest "Utopia Modulare" di Recchioni, Sicchio, Pontrelli e Algozzino, tra i migliori nomi della mia generazione (Sicchio è molto bravo e più giovane).

Chissà nel rinnovamento che si lascia presagire all'orizzonte non ci sia spazio, in un futuro, per uno o più Dylan Dog Color Fest con i nomi di questo volume, che mi hanno dato la percezione di un coro di voci innovativo nell'orrore italiano a fumetti. 

Peccato che quel coro canti la filastrocca di Freddy Krueger, ma questa è un'altra storia.