Dylan Dog 435 - Due minuti a mezzanotte

 



Da un po' non riesco più a scrivere del Dylan Dog del mese, per problemi di tempo, anche se continuo a leggerlo e comprarlo in edicola (una tradizione che per me risale al lontano 1986).

Un po' me ne dispiace, dato che questo blog era iniziato proprio (nel lontano 2008) con appunti di lettura dei Dylan recenti e passati. Questo 435 segna però un nuovo reboot del personaggio e quindi mi pareva interessante segnalarlo.

"L'inizio di un nuovo inizio", specifica infatti la scritta sulla bella copertina dei Cestaro Bros: una inception di inizi che viene richiamata - forse intenzionalmente - dalla cover, che cita una celebre locandina del film di Nolan.




Questo inizio del nuovo inizio (di Lanzoni) dal nuovo inizio (di Recchioni) è ancora fortemente in continuity col nuovo/vecchio mondo dylaniato che va a finire: siamo più dalle parti di un ultimo arco conclusivo (in tre numeri, a quanto dichiarato) che non al vero "fresh start" che potrebbe cominciare dal 438, a questo punto.

Non a caso, l'albo è qui sceneggiato da Roberto Recchioni, a fianco del nuovo autore a sorpresa, Claudio Lanzoni, che firma il soggetto di questo episodio e dei successivi due (che saranno sviluppati in sceneggiatura da Barbara Baraldi), presentato sull'editoriale come scoperta di Sclavi.

Il titolo richiama gli Iron Maiden, ma anche il countdown ipotetico verso la nuova palingenesi, che ricorda un po' quello su cui si sviluppa la struttura narrativa di Watchmen.

Si comincia quindi con tutti gli elementi del "vecchio nuovo corso": John Ghost nel suo Shard londinese, le Ghost Enterprises con il loro logo di un mezzo Yin Yang disequilibrato, e il tema narrativo del glitch che si accoppia bene alle tavole di Giorgio Pontrelli, che qui adotta uno stile volutamente ancor più abbozzato, con rimando a questa idea di un mondo che si va sfaldando perdendosi nello spazio tra le vignette. 

Lo stile di Pontrelli in quest'albo (coerente comunque globalmente con le ultime evoluzioni del suo segno) si sposa bene anche all'adozione dell'Effetto Glitch nelle tavole, a rimarcare la frammentazione digitalizzata di questo mondo dylaniato.

Dopo il Game Over di Ghost in una grande splash page smarginata al nero, Dylan inizia la sua indagine, tra un gusto onirico tipico del personaggio e un certo senso videoludico nel saltare da un "savepoint" all'altro nella sua esile ricerca.






Su tutto, aleggia il consueto spirito di metanarrazione, con una evocazione dei confini dello Spazio Bianco, come detto, implicita e a un certo punto esplicita. Simmetricamente, paiono aver rilievo le Ombre Nere che appaiono a un certo punto, e che tornano nella copertina del prossimo numero, che evoca il perdersi di un universo "non con fragore, ma con un sussurro" (T. S. Eliot nel celebre poema "Gli uomini vuoti", una sua opera chiave sulla alienazione modernista, che potrebbe essere connessa, appunto, agli "uomini vuoti in nero" della cover).


La metanarrazione passa per l'uomo col cappuccio, che guida l'eroe nel suo percorso di consapevolezza del suo essere Personaggio in cerca di (nuovo) Autore, rappresentando, direi, il punto di vista di Recchioni (chissà che, compiendo la metanarrazione, non si celi proprio lui sotto la sua figura, così come Dylan aveva affrontato uno Sclavi-Kingpin-Colonnello Kurtz nel numero 400 che aveva portato a un nuovo-nuovo inizio recchioniano).

Anche la caduta fuori dai confini della vignetta della bella doppia splash di Pontrelli in 70-71 rievoca la ripresa di Gianni De Luca, spesso citato nelle storie più metanarrative dell'ultima stagione del personaggio, e apre a una nuova sequenza meta-fumettistica, fino a 76. Ritorna dal 400 anche il Galeone con Groucho mozzo/Spugna nell'ultima lunga sequenza 80-89  (con doppia splash) prima del finale apertissimo.

Insomma, una storia interlocutoria, che annuncia la crisi di un mondo lasciando per ora tutte le domande aperte sul punto di arrivo. E una storia ancora molto nella linea del metanarrativo di Recchioni; il nuovo autore Lanzoni, nome attestato, anche se poco presente nella scena fumettistica online, ma non certo notissimo al pubblico, non fa ancora capire in questo albo la "voce autoriale" che dovrebbe dare al personaggio (sempre che non sia una figura di transizione: ma l'avallo di Sclavi evocato nell'editoriale fa pensare il contrario).

Vedremo con i successivi due albi (e soprattutto coi primi passi del nuovo corso) che direzione prenderà il Galeone in rotta verso la sua Nuova Londra, ed eventualmente tornerò a scriverne.