Samuel Stern 40 - Spiriti sulla pelle

 


Samuel Stern raggiunge il numero 40 con questo notevole "Spiriti sulla pelle", con testi di Antonella Liverano Moscoviti e disegni di Francesca Biscotti (primo numero tutto al femminile, forse). La storia si apre con una potente splash che ci mostra una ragazza tatuata avanzare inerme e nuda verso un gorgo oscuro, che i lettori della serie avranno già riconosciuto.




Dopo una prima sequenza onirica / incubica di grande impatto, la storia ci porta nel quotidiano della protagonista e della sua ossessione per i tatuaggi, che - si intuisce subito, e si comprende poi meglio nel corso della storia - è un modo di sfogare un suo profondo dolore personale.


Il segno di Francesca Biscotti è nitido, preciso, e delinea con chiarezza sia le situazioni realistiche, sia le frequenti incursioni nell'orrore. La recitazione dei personaggi è efficace, con quel pizzico di caricaturalità espressiva che del resto si adatta bene a storie, come quelle di Stern, che portano i personaggi ai confini dei loro limiti e della follia, nel confrontarsi coi loro demoni interiori (che, nel caso della serie, non è solo una metafora, in quanto nell'universo sterniano sono le sofferenze dei personaggi a dare origine alle creature demoniache).


Un merito delle autrici è quello di riuscire ad ambientare una storia orrorifica nel mondo del tatuaggio, utilizzando ovviamente l'elemento del tatuaggio per la narrazione demonologica, ma senza "demonizzare" tout court il mondo del tattoo, che appare come uno sfondo come gli altri, dove si può quindi celare l'orrore al pari di altre ambientazioni (specie, è chiaro, se siamo nel genere "gothico" cui Stern appartiene). 

Una attenzione che passa dalla sceneggiatura, ma anche da una resa accurata, nella rappresentazione visiva, del mondo dei tatuaggi senza inutili caricaturalità. Ciò contribuisce anche all'efficacia del contrasto quando invece il velo si squarcia e si ha accesso, in vario modo, alla terribile dimensione demonica che infesta il mondo di Samuel Stern.

Il tutto invece, al contempo, senza didascalismi, ma in modo naturale, interno alla storia stessa.




Nei momenti in cui irrompe l'orrore, inoltre, questo è veramente disturbante, grazie all'efficacia della costruzione della storia, pur classica nel complesso, sia alla resa visiva dei deliranti demoni che opprimono i protagonisti, resi graficamente in modo autenticamente inquietante.



L'altro punto di forza della storia è come il tema psicologico si salda a quello orrorifico. Liverano Moscoviti sceglie una storia originale, che affronta un problema attuale e grave, quello del revenge porn, e lo inserisce in modo opportuno e per certi versi, pur essendo in un horror, delicato nella narrazione. Lo specifico di Samuel Stern, come abbiamo spesso detto, è narrare di demoni che nascono dalla mente delle persone: quindi, la scelta di tematiche psicologiche e dinamiche sociali appropriate non è solo un contorno, ma un aspetto centrale del racconto.




Un ultimo aspetto che mi sembra interessante evidenziare è la presenza, come in altri albi, di piccoli elementi di continuity, che anche quando non si porta avanti in modo forte la trama orizzontale, in una storia che è più legata allo sviluppo verticale dell'investigazione sul "demone del mese", crea un raccordo e uno spessore al mondo del personaggio, con l'apparizione di comprimari ricorrenti, il ritorno di personaggi di vecchi casi, un rimando al tema angoscioso dell'apocalisse incombente sullo sfondo.

Insomma, una storia sterniana che consiglio di recuperare, in attesa del nuovo spin off dell'universo Stern che ci attende in edicola prossimamente, dedicato all'agente Starfish. Si intitola "Singularity" e dalla cover e dalle premesse - per chi conosce l'universo sterneriano, siamo in una sorta di dipartimento X-Files di questo mondo - decisamente interessante.