Giusi Marchetta, "Principesse", Add Editore 2023

 


Ho avuto di recente modo di leggere questo interessante volume di Giusi Marchetta, "Principesse", edito da Add Editore in questo 2023 e presentato di recente dall'autrice nella mia Mondovì, assieme alla psicoterapeuta  Elena Garritano che ha dialogato con lei nell'introdurre il testo.

Il volume, come evidente dal titolo, dal sottotitolo e dalla bella cover di Carola Altavilla, analizza il tema della "Principessa" all'interno della cultura pop, con un focus particolare per le principesse per eccellenza, le Principesse Disney.

Non a caso, appunto, l'elegante copertina ci mostra una Pocahontas particolare, dall'espressione altera, indifferente al lettore, con artigli affilati e una lancia acuminata dalla punta scintillante, capelli lunghissimi come una Raperonzolo e il tatuaggio di una rosa e una cicatrice sulle gambe. 

"Eroine del passato, femministe di oggi" spiega il sottotitolo, che ci guida nel viaggio dell'autrice per "uccidere le principesse" (in senso simbolico, e senza riuscirvi davvero fino in fondo). Il saggio, che ho trovato estremamente pregnante, è strutturato in uno stile narrativo con Marchetta che ci accompagna nei suoi colloqui con bambine di oggi - figlie di amiche e amici - per indagare la loro ricezione delle principesse. 

Il dialogo, che non è mai pretestuoso, serve a introdurre una analisi serrata dei vari archetipi, dove Marchetta mette anche qualcosa del suo passato e di sé (all'interno di questa dimensione narrativa con cui procede la sua indagine) ma mescolandolo a una analisi rigorosa e documentata.

In "Identikit di una principessa" viene codificato il fondamento di questo tropo narrativo, basandosi anche sulle fiabe preesistenti, codificate nell'800 dai Grimm e soci e riprese poi da Disney a partire da Biancaneve (1937) in poi. La principessa si caratterizza per essere un premio per il Principe, spesso totalmente passiva nella sua salvezza, orientata fondamentalmente al matrimonio, caratterizzata da bellezza e purezza.

La Disney prende questo archetipo e gli dà nuova forza, legandolo a filo doppio al suo essere in fondo la più plastica rappresentazione dello spirito del "primo mondo" capitalista. Cenerentola (1950) e La Bella Addormentata nel Bosco (1959) rafforzano questo stereotipo, per poi scomparire dopo la morte di Walt (1966) puntando nuovamente su un pubblico maschile (La spada nella roccia, il testamento spirituale di Walt, Il libro della Giungla, Robin Hood).

Il ritorno alle principesse avviene col rilancio della Disney nel 1989, con la Sirenetta, che punta a creare un nuovo tipo di principessa, apparentemente meno passiva.

Marchetta però è abile a mostrare come anche questa principessa più libera finisca poi intrappolata nella consueta dinamica di innamorarsi del principe senza conoscerne nulla e sposarlo.

La bella e la bestia, il film successivo (1991) torna invece a una eroina passiva, solo apparentemente riscattata dal suo essere colta ("legge molti libri") ma in un modo passivo dove questa cultura non si riflette in nulla di concreto; a ciò si aggiunga la indubbia "problematicità" della figura della Bestia, di cui vengono "giustificati" i costanti scatti d'ira come qualcosa che lei deve placare con la sua disponibilità e comprensione.

Pocahontas (1995), cui forse non a caso è dedicata la cover, introduce le "principesse guerriere", seguita da Mulan. Seguono molte altre figure, finché la Disney decide un canone di dodici "principesse disney" da cui esclude non casualmente quelle più irregolari (come Esmeralda, protagonista femminile del Gobbo di Notre Dame), usando ovviamente il concetto di "principessa" in modo libero - includendo ad esempio Belle.

Marchetta sottolinea in particolare l'eccezionalità di Elsa e Anna di Frozen, dove per la prima volta una principessa non si sposa: anzi, l'intera storia può anche sembrare, in parte, una cautionary tale contro l'eccessiva facilità dell'innamoramento "romantico-disneyano" nelle vicissitudini di Anna (che poi trova comunque, all'interno della storia, un "principe"). Comunque, anche su questa narrazione, come su tutte le precedenti, l'autrice mette in evidenza (in questo caso tramite un dialogo con una amica, a cui fa dire la versione "critica") le problematicità presenti.

In una seconda parte dell'opera, Marchetta analizza poi le "altre principesse", potremmo dire, le eroine non-disneyane, quelle del cinema e della serialità televisiva, i modelli narrativi che possono porsi alle ragazze nell'immaginario collettivo.

Un notevole spazio è dato alle donne della fantascienza, a partire da Sigourney Weaver e la sua Ellen Ripley di Alien (1979-1997), che in effetti pone un modello di eroina di fantascienza attiva e combattiva, non legata a una bellezza tradizionale.

In Italia, la sua fortuna diede anche vita al fumetto "Legs Weaver" (1995-2005) per Bonelli Editore, la prima eroina a fumetti, nata come spin-off di Nathan Never (che continua ancora, e dove Legs fa da coprotagonista).

L'altro grande modello è ovviamente quello di Star Wars. Lucas si ispira a La Fortezza Nascosta di Akira Kurosawa per il suo primo Guerre Stellari (1977), dove il personaggio di Leia è centrale. Marchetta, pur presentando gli aspetti positivi del personaggio, riflette anche sul bikini d'oro con cui è presentata come schiava di Jabba The Hut, odiato da Carrie Fisher, scene in cui emerge un compiaciuto "sguardo maschile".

Sempre in ambito del fantastico viene colta l'importanza di Buffy l'Ammazzavampiri (1997), che introduce nella serialità una figura femminile di empowerment, scontrandosi in vari modi con elementi patriarcali nella realtà come nel mondo fantastico in cui è immersa.

Similmente Dana Scully, interpretata da Gillian Anderson di X-Files (1994), è la prima scienziata che appare in tv. Ha un grosso effetto a spingere verso la scienza e le materie STEM quella generazione di ragazze, ma anche qui Marchetta evidenzia anche i limiti della sua scrittura, con un certo compiaciuto sadismo degli sceneggiatori della serie - maschi - nel metterla in situazioni di pericolo. Un personaggio che diviene possibile icona nonostante la scrittura della serie, pare essere la sua lettura.

Xena Principessa Guerriera che è per l'autrice l'apice di queste eroine femministe, che introduce il tema dell'amore lesbico con la compagna Gabrielle, rappresentando in genere sempre una figura di donna forte e indisponibile a essere messa all'angolo da figure maschili (in uno show dove le figure femminili di potere sono numerose, positive e negative).

L'autrice tratta anche di Fantaghirò (1991), un caso raro ma di successo di fiction italiana di tipo fantastico, e sfiora anche il tema della serialità nipponica con Sailor Moon (1995-1999) di Naoko Takeuchi (in altri punti si accenna a Lady Oscar, ma in generale l'autrice tiene giustamente il focus sui due filoni disney-serialità americana).

L'opera denota quindi uno sguardo critico molto interessante, che costringe il lettore a rileggere le figure della cultura pop e rimettere in parte in discussione la sua visione. Direi che questo è il merito maggiore di questo saggio: al di là delle informazioni che contiene, stimola il lettore a formulare le sue riflessioni. 

Mi pare in particolare un volume che potrebbe essere molto utile in ambito didattico, per sviluppare una riflessione in classe, ovviamente adeguando il tipo di ragionamento all'età degli allievi/e e al tipo di indirizzo di studio, ma idealmente per la scuola media o la scuola superiore (per le elementari o ancor prima può essere uno spunto per l'insegnante che poi deve mediare in modo significativo). Personalmente cercherò di trovare il modo di utilizzare almeno alcuni spunti nella didattica della letteratura, specialmente nel biennio quando si affrontano i generi letterari (fantascienza, giallo, etc.).

Una nota personale.

Nel corso della presentazione, Marchetta ha anche chiesto di pensare a quali fossero state le principesse della nostra formazione. E' un gioco che consiglio anche al lettore di fare, magari dopo aver recuperato il saggio di Marchetta. Attenendomi al pantheon di 12 protagoniste femminili pop piuttosto significative nel mio immaginario, direi le seguenti (l'ordine ovviamente è cronologico di pubblicazione, non di mia fruizione).

Orgoglio e pregiudizio (romanzo, 1813)
Alice in Wonderland (romanzo / cartone disney, 1865).

Piccole Donne (romanzo, 1869)

Mimì in Attack N. 1 (serie anime, 1969)
Lady Oscar (serie anime, 1972)

Elektra Assassin (fumetto 1987)
Alita (manga, 1990)

Daria (serie tv, 1997)
Julia (fumetto, 1998)

Gilmore Girls (serie tv, 2000)
Ugly Betty (serie tv, 2006)
Lidia Poet (serie tv, 2022)

Naturalmente, usando i parametri di Marchetta, molte di queste (se non tutte) sono sicuramente figure "problematiche" (magari più nella lettura che ne davo io rispetto a quella voluta nell'originale), ma ho voluto mantenere un certo grado di onestà. Naturalmente ho fatto molte esclusioni ma ho cercato di farle a ragion veduta, eliminando doppioni o figure che ho apprezzato ma che non ho trovato così determinanti a livello di immaginario.