Akab - Pop! Vite ascensionali - Tana 2023



“Pop! - Vite ascensionali” di AkaB è il primo titolo della collana Tana delle edizioni Nuove Sido, curata da Matteo Contin con l’art direction di Raffaele Sorrentino, e dedicata a fumetto e illustrazione. Si tratta di una collana che vuole porsi, secondo le dichiarazioni del curatore, con un taglio inusuale e di rottura, ed è quindi significativo che si apra con uno dei più importanti fumettisti italiani degli ultimi anni, purtroppo precocemente scomparso, che indubbiamente si poneva in tale modo nella fumettosfera italiana. 

Questa nuova edizione del fumetto a 13 anni dall’uscita originaria per Grrzetic avviene in sinergia con l’Associazione AkaB, fondata per preservare l’opera dell’autore dopo la sua prematura scomparsa, e presenta una delle sue opere più caustiche, al tempo stesso spiazzante, filosofica ed estremamente divertente. 

Sotto il profilo cartotecnico, l’edizione si presenta bene, curata e con una buona qualità. La bella e inquietante copertina, con un palloncino mortifero che si staglia su una fotografia di un cielo pittorialista, ci introduce già il tema del fumetto: un gruppo di palloncini viene liberato in aria durante l’inaugurazione di un centro commerciale. 

Se sulla cover campeggia solo l'iconico Pop! che scandirà tutto il volume, all'interno troviamo il riferimento alle "vite ascensionali" (un tono aulico, che viene subito ribaltato dal bathos sboccato dalla dedica "a sòreta" nella pagina seguente). Un sottotitolo illuminante, perché il tema non sarà solo la facile metafora del "de brevitate vitae", ma - in modo non scontato - una riflessione pur intrisa di nerissimo sarcasmo sul dubbio se questa esistenza abbia una dimensione di "ascesa" verso qualcosa di più grande. L'autore, ovviamente, coerentemente con la sua produzione, sceglie una linea nichilista, e tutto si conclude con il "Pop!" mortifero finale, la ripetuta esplosione che chiude ogni scambio di dialoghi.

Già il primo scambio sottolinea questo aspetto, col breve dialogo tra un palloncino credente, che interpreta il gas che lo permea come spirito divino, e l'altro che lo riporta alla sua prosaica essenza. Ironia cupa, dunque, ma con la giusta acutezza nel rimando allo spirito santo (ricondotto a un semplice fenomeno fisico).

Il secondo scambio che segue, oggetto di revisioni (come si nota dalle pecette nere sui numeri di pagina, che indicano una variante ben ricostruita nel saggio finale di Contin), porta alla fine AkaB a dichiarare subito la natura bassa della provenienza dei palloncini, la loro partenza dall'inaugurazione di un centro commerciale. Se questo non fosse dichiarato, la metafora diverrebbe più astratta e quindi più poetica; posto alla fine, come un ribaltamento finale, sarebbe di sicuro d'impatto ma non darebbe fin da subito il tono del racconto al lettore. Posto in questa sede introduttiva, invece, colloca subito queste vite effimere in una cornice di quotidiano consumismo industriale.

Poste queste condizioni, le brevi storie in due battute dei palloncini si susseguono con brillante, sbrigativa ironia, esplorando un po' di possibili variazioni sul tema fino al palloncino cui spetta la sintesi finale, priva volutamente di particolari illuminazioni, salvo il ribadire il nonsenso del tutto.

La finale, insignificante esplosione dei palloncini ha sì valore di onomatopea, ma anche introduce un secondo livello: quello dell'ironia contro la pop culture dominante. “La mia intenzione è quella di legare la parola pop a qualcosa di nefasto” aveva affermato AkaB nell’ideare il progetto. 

La bella nota critica conclusiva di Matteo Contin ricostruisce bene la genesi del progetto, il suo significato, anche con una acribia filologica rara, facendo derivare da "Dead or alive: a cyberpunk western" di Tatjana e Alberto Ponticelli di Shok Studio (1998, Dark Horse) quel "Pop!" che torna in uno sketchbook di AkaB del 1999, in un paio di disegni qui riprodotti e analizzati, tra cui quello per una storia proprio con Tatjana, "Pill Life". 

Il progetto verrà presentato solo nel 2009, dieci anni dopo, ma in qualche modo, correttamente, Contin ipotizza una gestazione lunga sulla base di questa trouvaille (che riguarda l'elemento più importante dell'opera a livello iconico). Per certi versi, potrebbe sembrare curioso uno scavo in dettagli minimi per analizzare la genesi di un'opera che filosoficamente difende l'idea dell'irrilevanza di tutta l'esistenza umana (e lo fa, come annota anche Contin, con un segno volutamente veloce e non accurato), ma in qualche modo a me sembra invece una simmetria interessante.

Se il segno assolutamente minimale e veloce è un perfetto correlativo oggettivo dell’insignificanza di queste vite, destinate – come quelle di tutti - a un rapido transito prima di una ordinaria deflagrazione, la scoperta di uno studio non irrilevante sulla grafica di quel suono dimostra che l'opera è più studiata di quanto potrebbe voler apparire, e l'annotazione di Contin è quindi preziosa per illuminarla.

Il saggio critico di Contin analizza poi le varianti di cui abbiamo accennato, anche tramite alcuni materiali extra: come un finale alternativo inedito scoperto negli archivi dell’Associazione e un’intervista alla editrice della prima pubblicazione con GRRRzetic, Silvana Ghersetti, che ricostruisce le condizioni in cui l'opera ha visto la prima volta la luce.

 Questo “Pop!”, insomma, va in una direzione antitetica alla dimensione pop del fumetto, rinunciando a tutte le facili seduzioni della bellezza dell’immagine e della trama in favore di una riflessione forte, condotta con amara ironia. 

Questa riedizione costituisce un giusto omaggio a uno degli autori più significativi del fumetto italiano degli ultimi anni, che è bene continuare a conoscere e coltivare.