Neurofestival 2024
(Immagine di copertina puramente decorativa)
Non ho seguito l'Eurofestival, ma di sfuggita ho visto il video della canzone che rappresenta l'Irlanda. Mi ha colpito perché non ho mai visto un più esplicito rimando ai temi dell'occultismo (per essere generosi), direi il grado-zero del cantante "diabolico", quasi la sua caricatura. La cantante, Bambie Tugh (una "bambi assassina", un mix tra donna-satiro e devota della dea Kalì) non ha vinto, ma sembra oltretutto avere avuto un ruolo significativo nella sceneggiatura implicita dello spettacolo, dato che la sua canzone si intitola "Crown the witch" e ha poi incoronato (con la sua corona di corna) il vincitore svizzero Nemo.
Incuriosito, ho approfondito un po' la figura della cantante, che in effetti assomma molti aspetti esoterici. Curiosamente viene da Macroom, un piccolo centro irlandese che vanta una ascendenza druidica, legata al dio Crom che esigeva sacrifici umani. Stando alla wiki englese, il padre veniva da Stoccolma, chissà se con una connessione al black metal "esoterico" scandinavo.
L'albo di esordio non ha un titolo particolarmente esoterico, "Birthday", se non per segnare la nascita della nuova cantante. Quello successivo, "Cathexis", anticipato dal singolo "Egregore", ha un valore più apertamente esoterico. La catexis è il processo psichico di convogliare energia mentale su un oggetto, e l'Egregora è appunto una creatura generata da un pensiero in ambito magico.
L'autrice si dichiara praticante della wicca e in effetti dimostra perlomeno rimandi a termini e concetti non così generici e superficiali; nel suo dichiarato intento la sua musica è un Ouija Pop, quindi evocazione (nel senso delle canzoni intese come Egregore, probabilmente)
A questo Eurovision ha portato Doomsday Blue, la "tristezza dell'Apocalisse" o anche "il blues dell'Apocalisse" (pur non essendo un blues, ovviamente), e dato il momento apocalittico attuale, appare abbastanza adeguato. Ovviamente il rimando appare anche al Doomsday Book, il grande libro del censimento inglese.
Il testo, oltretutto, potrebbe essere letta come una sorta di maledizione scagliata su un innamorato che non ricambia la protagonista, l'Io Lirico dell'autrice, ma anche direttamente una sorta di maledizione sul pubblico che non presta il dovuto tributo d'amore alla cantante.
Tutto legittimo, per carità, ma mi sorprende soprattutto in rappresentanza dell'Irlanda, che avevo visitato nel 1994 da studente in soggiorno di studio estivo, ormai 30 anni fa, e ricordavo come paese che mi era sembrato ipercattolico, perfino venendo dalla bianchissima "provincia granda" cuneese (da noi, ancora oggi, un così esplicito "occultismo" farebbe storcere il naso a molti). Evidentemente le cose sono cambiate radicalmente.