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Santa Maria delle Vigne

 


Oggi, approfittando di una rara apertura, visita a Santa Maria delle Vigne di Mondovì, nella zona detta Gorzegna.

Si tratta della seconda chiesa più antica di Mondovì, risalente all'anno 1000 (Santa Maria di Bredolum, fulcro del comitato carolingio, risale al passaggio tra 700 e 800 d.C.). Il luogo è stupendo e permette di ammirare perfettamente la collina di Mondovì sullo sfondo.






Qui sopra si vede l'abside, orientata ad est, e possibile portale originario del 1000.

L'attuale facciata (post precedente) è dell'anno santi 1900, in un sobrio stile neogotico.





All'interno, la volta stellata con occhio onniveggente, relativamente tardo, forse ottocentesco. A Mondovì si trova in poche chiese (tra queste la centrale Sant'Agostino).







Ma il pezzo forte è l'affresco absidale, del primo '300, è probabilmente il ciclo pittorico più antico del monregalese. Singolare il Cristo Pantocrator. Figurazione più bizantina diffusa da noi nell'Italia meridionale. Anche il segno benedicente è in stile greco e non romano, due dita e non tre. Normale invece sia circondato dai simboli apocalittici associati ai quattro evangelisti, in senso antiorario Aquila, Leone, Bue e Aquila (cosa che, secondo alcuni, sulla facciata del duomo di Alba andrebbe a comporre l'acrostico della città). 

Tale immagine è quella che ritorna anche nell'Arcano XXI dei Tarocchi, "Il Mondo": la prima analisi tarologica al mondo viene composta a Mondovì verso il 1565 da Francesco Piscina, presso l'Università di Mondovì, dandone la lettura del percorso del Pellegrino (il Matto) verso l'alto, fino a giungere alla visione di Cristo che è l'acme. Chissà se il Piscina visitò questo Pantocrator. Dato il senso del suo studio, avrebbe dovuto.

Sotto il Cristo vi sono dodici figure, ma curiosamente non corrispondono tutte ai dodici apostoli, perché ad esempio c'è San Paolo con tanto di spada, e un San Giovanni Battista (quindi  non solo la sostituzione di Giuda). San Tommaso avrebbe la cintura lanciatagli dal cielo da Maria durante la sua ascesa, per convincerlo della sua reale assunzione in cielo (sul modello dell'episodio in cui San Tommaso non crede alla Resurrezione), cosa che si troverebbe nei vangeli apocrifi. Circa la sostituzione di Giuda: nel cielo bianco sono 12 stelle in base allo schema simmetrico, ma una è coperta da Cristo e non è visibile. 

Un Cristo di pelle chiara, ovviamente, ma molto marcatamente biondo, Dio Solare (con le 4 stagioni / evangelisti, corrispondenti agli dei solari egizi, e i 12 mesi / apostoli).

Sono divisi rigorosamente 6 a destra, 6 a sinistra.

A sinistra abbiamo due santi cancellati dal tempo, il Battista, Pietro e due altri. Ognuno tranne il Battista porta un libro (anche a destra).

A destra abbiamo Filippo con croce astice, un santo barbuto che fa il gesto di indicare il cielo (in Leonardo è gesto associato a San Giovanni, ma qui il santo è barbuto e adulto), San Tommaso con cintura, San Giacomo con bastone, San Giovanni e San Paolo con Spada ed S di Saulo. 

Tutti hanno un libro, non solo gli evangelisti canonici. La qual cosa sembra far pensare che l'autore del ciclo veda come libri legittimi anche i vangeli apocrifi attribuiti agli altri apostoli. 

Il Vangelo di Filippo, gnostico-valentiniano, perduto e ritrovato a Nag Hammadi, come pure il Vangelo di Tommaso. Curiosamente, l'unica citazione tommasea nota era: "Colui che mi cerca mi troverà in bambini di sette anni e più, poiché lì, nascosto nel quattordicesimo eone, io sono rivelato" Il XIV Eone, se contiamo gli eoni come secoli, è appunto il '300 (ma è ovviamente un caso).

Inoltre, è singolare il fatto che il Pantocrator non è ieratico, ma sorridente, come sorridenti sono pure la Madonna col Bambino che lo affiancano (contrastando con una Sacra Famiglia, aggiunta nel '600, in cui appare già la malinconica prefigurazione della Passione nei volti sereni ma tristi di Giuseppe e Maria, come da dettato cotnroriformistico). Un sorriso eclettico, ma tutto sommato coerente con l'idea di un Cristo "creatore di tutte le cose" più che crocifisso.

Inoltre, notavo che la veste di Maria e quella del bambino, insieme, sono uguali nei decori di veste e mantello del Pantocrator, a sottolineare un rimando tra Alfa e Omega, il Bambino e il Signore assoluto del Cosmo. 

Singolare anche la struttura su cui siede Cristo,  una sorta di trono di pietra con incisione delle stelle a otto punte. I due cubi laterali - su 3 totali - sembrano quasi dei dadi, con 5 di fronte, 1 di lato (ma anche 1 in alto, se Cristo non copre un numero e magari è un 2). 5+1+1 da' 7, i giorni della settimana; 8 dell'ottagono allora potrebbe rimandare all'Ottavo Giorno, quello dell'Apocalisse (e dell'infinito).

I dadi sarebbero nel caso simboli della passione poiché a dadi i soldati si giocano la veste di Cristo (anche se mi piacerebbe una lettura eretica in cui Dio gioca a dadi con l'universo).

Il Bertone, mio vecchio professore di Storia dell'arte al Liceo, nella sua notevole guida all'arte monregalese parla di un cattivo restauro di Giovanni Toscano nel 1896, quindi va capito cosa è interpolazione tardiva.

Insomma, un ciclo interessante e con elementi simbolici raffinati. Da vedere, forse non solo per i monregalesi.


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