L'An 2440


Un arrivo per il mio collezionismo librario di piccolo cabotaggio piuttosto interessante.

Il più interessante è indubbiamente "L’An 2440, rêve s’il en fut jamais" (Amsterdam 1770) di Louis Sebastian Mercier (1740-1814), che è identificabile per certi aspetti come il primo romanzo di fantascienza in assoluto. Dall'Utopia di Tommaso Moro (1515) in poi, era divenuto di moda collocare utopie e distopie in isole immaginarie isolate nell'oceano, scoperte dal protagonista sul  modello dell'America scoperta da Colombo nel 1492 (solo col Mundus Novus di Amerigo Vespucci venne riconosciuta come tale, nel 1510). 

Numerose le opere famose e meno famose collocate in questi luoghi immaginari, tra cui, ad esempio i celebri Viaggi di Gulliver del 1726. Ma solo con questo "L'anno 2440" l'utopia non viene collocata lontana nello spazio, ma nel tempo. Vi è l'influsso di una nuova meravigliosa idea illuminista, l'idea di Progresso. Ecco quindi che Mercier, devoto alle idee di Montesquieu sulla separazione dei poteri, immagina di addormentarsi e risvegliarsi dopo 670 anni in una Francia dove le idee dell'Illuminismo hanno vinto (un modello è "Sexagesis", "Il sessantenne", satira di Varrone su un romano che si addormenta nella repubblica e si risveglia nell'Impero: ma qui non c'è la proiezione nel futuro rispetto allo scrivente). 

E' già il modello de "La macchina del tempo" di Wells, che nel 1895 usa la meravigliosa macchina non per generare paradossi, come farà Martin McFly, ma per portare con sé il lettore nel futuro, un futuro dove l'Illuminismo ha vinto. 

Ovviamente, l'opera fu censurata dall'Ancien Regime e venne stampata in nuove edizioni, dal 1772, a Londra (qui è stata impressa anche la mia copia, del 1775). L'opera fu accolta dai contemporanei come una affascinante follia: Mercier stesso invece ebbe tempo a vedere le sue profezie realizzarsi, degenerare, degenerare malissimo e poi tornare al punto di partenza con la Restaurazione, quando Metternich si illudeva di "portare indietro le lancette della storia" (nemmeno lui, però, possedeva la macchina del tempo).

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