Frank Miller e Lynn Varley.


Frank Miller è un classico provinciale che conquista l'impero. Nato nel 1957 nella provincia americana, a Montpellier del Vermont, cittadina di 10.000 abitanti, figlio di una infermiera e di un falegname.

Si avvicina nel corso degli anni '70, ancora adolescente, al mondo delle major newyorkesi, come fan (una prima lettera da fan viene pubblicata nel 1973, a quindici anni.).



Come giovane disegnatore che si propone a Neal Adams, pilastro della riforma in senso più maturo dei comics nei '70, notoriamente spietato ma formativo per i giovani autori. Adams era il disegnatore che, con O'Neill ai testi, aveva portato alla caduta del Comics Code. Nella loro gestione di Green Lantern, figura relativamente minore della DC Comics, avevano nel 1971 fatto sì che l'assistente del supereroe Green Arrow, Speedy, fosse un tossicodipendente. La storia aveva attratto grande attenzione sui media e a giugno del 1971 anche la Marvel aveva inserito una storia sulla diffusione dell'eroina in Spider-Man. La Comics Code Authority rifiutò il suo sigillo, la Marvel pubblicò lo stesso, e l'assenza del marchio non influì sulle vendite. Il Comics Code era caduto.

O'Neill e Adams divennero gli autori di primo piano della DC Comics, iniziando a rendere di nuovo cupe, ma più moderne, le storie di Batman, dopo il successo, nel 1966-1968, del Batman televisivo interpretato da Adam West, una versione cartoonistica e depotenziata del supereroe.

Nella cerchia di Neal Adams conoscerà anche Lynn Varley, futura moglie e compagna d'arte, di un anno più giovane (n. 1958) giunta da Livonia (100.000 abitanti) e anche lei impiegata all'inizio, come colorista, presso lo studio di Adams.

I primi lavori accreditati di Miller, come disegnatore, dopo due anni di tentativi (1976-1977) sono sui fumetti di Twilight Zone del 1978, mentre i primi colori della Varley sono del 1982.




Nel 1979 a Miller viene affidato il rilancio di Daredevil come nuovo disegnatore. Il suo sogno: egli infatti voleva realizzare "crime comics with superhero in them", data la sua passione per l'hard boiled. Danny O'Neill, supervisore in Marvel (lo sceneggiatore che con Adams aveva posto fine all'era del Comics Code) ne apprezza la passione e la bravura e gli consente di divenire autore completo, come sceneggiatore e disegnatore (1980). Lo affianca agli inchiostri Klaus Janson, disegnatore tedesco naturalizzato americano, che sarà il suo assistente anche nel Cavaliere Oscuro.

Miller avvia così la sua riforma dark del personaggio, che passa anche nella moderna serie televisiva (2015-2025) potentemente ispirata alla sua reinvenzione. Soprattutto, egli introduce la figura di Elektra Natchios, una assassina professionista che ha con Matt Murdock un rapporto complesso e tormentato.

Il rapporto riprende quello di Batman e Catwoman, una storia d'amore tra avversari che talvolta diventano alleati: qui la cosa è resa più drammatica dal fatto che Elektra è una killer professionista mercenaria, non una semplice ladra.

Ella rimanda alla figura di Elettra nel mito greco, la figlia di Agamennone che, dopo la sua morte per mano della moglie Clitennestra, organizza l'assassinio della madre (da cui Jung sviluppa, su imitazione di Freud, il "complesso di Elettra", sostenendo che esiste un simile e speculare complesso rispetto a quello di Edipo). La figura di Elettra, portata nella tragedia classica da Sofocle, è da allora un mito letterario teatrale, utilizzato da Alfieri, Voltaire, Sartre.

Elektra si trova a combattere contro il clan orientale oscuro della Mano, che ha progetti di conquistare il mondo per i suoi dio demoniaco.

Miller ne dà una lettura molto cupa, perfezionando l'origin story in Elektra: Assassin (1986-1987), dove è affiancato dai disegni di Sienkievicz, di incredibile livello pittorico.

Qui scopriamo che la madre, "Clitennestra", è uccisa dai rivali del padre, un potente politico e diplomatico; il padre cresce la fanciulla ma la molesta anche, portando Elektra a profondi traumi di tipo junghiano e una volontà di autodistruzione.


A dodici anni trova il modo - parziale - di incanalare la voglia di distruzione nelle arti marziali, fino a divenire allieva di Stick, uno dei massimi maestri nell'uso del bastone, che alla fine la rifiuta (egli è consapevole che lei userà in modo errato il potere che lui può darle, data la sua abilità e i suoi traumi). Elettra sceglie qui la sua arma, il Sai, che ha forma - non casualmente, ripresa poi nel titolo della serie - di un piccolo pugnale in forma di E.

Elettra quindi, rifiutata, torna a New York, dove il padre viene ucciso dai suoi nemici. Ella quindi, nella sua smaniosa ricerca delle arti marziali, lascia Matt Murdock, di cui è innamorata e si dà al crimine.

All'inizio di Elektra Assassin la fanciulla è prigioniera di un manicomio psichiatrico dove è torturata dopo qualche precedente esplosione di follia. Uscitane, uccide Huevos, il dittatore di San Conception (rimando alla "santa concezione" di Elettra, che nasce eliminando la mano, e non avendo così il conflitto elettride con la madre a vincolarla). Huevos è un tirapiedi di CIA e sovietici, e quindi lo SHIELD, il servizio segreto USA del mondo Marvel, inizia a darle la caccia.

Elektra intanto, catturata dallo SHIELD, fugge di nuovo ed elimina l'ambasciatore americano Reich, controllato dalla Bestia, la divinità della setta della Mano, mentre si prepara lo scontro elettorale tra il presidente uscente - caricatura di Nixon - e Wind, presidente democratico vuotamente politically correct, che la Bestia controlla per scatenare l'Apocalisse nucleare e cancellare l'umanità (la Bestia può controllare gli uomini tramite il cervello rettile, con rimando al Serpente).

Ma Elektra, con l'aiuto dell'agente Garrett (un ex criminale, trasformato in un cyborg letale), lo ferma. Sua nemesi, in questa storia, è anche l'agente Chastity McBride, tutta di bianco vestita quanto lei è iconicamente in rosso (come Devil), una suora agente di alto livello dello SHIELD (che è stata molestata da Garrett, che ha precedenti di accuse di violenza).

Elektra Assassin ha molto di ispirazione per Kill Bill: non solo all'inizio appare prigioniera di uno spietato ospedale psichiatrico, ma condivide l'allenamento spietato da ninja (e il suo primo maestro è identico a Pai Mei, il sensei di Beatrix Kiddo) e il lavoro di killer professionista (appare anche nella storia un personaggio, a lei simmetrico, della Sposa). Naturalmente, nel citazionismo di Tarantino non è l'unica fonte, ma certo è una.



Nel 1982 intanto Miller aveva affrontato, con Claremont, una run di Wolverine, dove ha modo di inserire similmente i temi nipponici dei ninja che ha innestato su Devil ed Elektra con grande successo. Nello stesso periodo Lynn Varley entra nell'ambiente dove Miller è il nome emergente, e i due si conoscono.




Varley è determinante nella realizzazione del primo capolavoro totalmente autoriale di Miller, Ronin, del 1983-1984. I due non sono ancora una coppia nella vita, ma lo diventeranno dopo questa intensa collaborazione. Qui Miller, disegnatore, realizza da sé la sua inchiostrazione. Siamo in un capolavoro del Mash-Up. Ci sono temi da dopobomba cyberpunk, divenuti di moda con Blade Runner (e infatti assenti nel Daredevil del 1979-1981).

C'è il rimando al Giappone nei temi (il samurai/ronin giunge nel futuro per combattere contro il demone che ha ucciso il suo signore), ma anche nel montaggio, che utilizza i "tasselli" sulle splash pages, tipici del montaggio nipponico. In particolare, si riprende lo stile di "Lone Wolf and Cub", tra i più grandi manga di samurai.

Il design fantascientifico rimanda a Moebius, una delle fonti di Blade Runner, ma al tempo stesso il tratto nervoso dell'inchiostratura riprende Hugo Pratt, massimo maestro del fumetto italiano omaggiato da Miller.

Appare un altro tema tipico di Miller, già introdotto con Elektra, ovvero quello dell'avvento di un demone che ha l'intenzione di porre fine all'umanità interferendo con la scena politica tramite una cospirazione occulta. Un tema che tornerà in Elektra, come abbiamo visto, e anche in altre opere successive: a volte, senza un esplicito demone, ma semplicemente con una cospirazione diabolica, "satanica", di malvagi che puntano a distruggere l'ordine per pura venerazione del chaos.

Come in Elektra, abbiamo in Casey McKenna, la responsabile dei servizi di sicurezza di Aquarius (che il demone ha infiltrato) una protagonista donna, coraggiosa, non tradizionale (greca Elektra, nera Casey) almeno per il fumetto dell'epoca; una eroina che affronta in combattimento forze demoniache soverchianti vincendole.

La colorazione di Lynn Varley è forse l'elemento fondamentale nel successo "artistico" di questo fumetto, dando a Miller lo status, che finora ancora non aveva, di grande artista del fumetto e non solo autore commerciale.

Il successo di Ronin è tale che ispira anche la parodia delle Teenage Mutant Ninja Turtles (1984), che ironizzano sull'iconica scena in cui il Ronin riemerge dalle fogne di New York. Esse divengono poi un marchio riconosciuto ma in origine presentano lo stesso melange di temi in chiave parodistica (se vogliamo, la setta del Piede rimanda alla setta della Mano di Elektra, dove per la prima volta Miller aveva introdotto i temi nipponici come contenuto e forma).

Lynn Varley con quest'opera diviene meritatamente la prima colorista popstar: per la sua indubbia bravura ma anche per le nuove possibilità tecniche di resa del colore, non solo più in sgargianti colori primari, grazie allo status di "autore" ottenuto da Miller.





A questo punto Miller (e Varley) ha le carte in regola per poter riscrivere a suo gusto totale, in una If Story, le vicende di Batman, creando "The Dark Knight Returns". L'anno del loro matrimonio è anche quello del loro capolavoro artistico.

Ci sono tutti i suoi classici: c'è il noir, quindi c'è un eroe estremamente in difficoltà contro forze soverchianti (un Batman anziano che scopre una cospirazione per far cadere l'America scatenando una guerra nucleare), ci sono elementi cyberpunk, soprattutto negli antagonisti, punk ipertecnologici armati fino ai denti tramite i servizi segreti.





Lynn Varley non è solo determinante nei colori, ma anche nel ricreare il linguaggio e l'immaginario punk, che Miller non conosceva. Miller inserisce molto di lei nella "sua" Robin, che è la "fanciulla forte" di questa storia: egli fa di lei una ragazzina affascinata da Batman. Nel Batman originario c'erano molti elementi che alludevano a una relazione omoerotica tra Batman e Robin, secondo accuse non del tutto infondate di Wertham e soci. Batman e Robin non hanno ovviamente una relazione, se non maestro-allieva, ma si mantiene il sottotesto (mentre i media rilanciano apertamente, nel fumetto, queste accuse).

“In the other books, it's just stuff I overheard or made up. But in Dark Knight, it all has to do with the town where [wife and colorist Lynn Varley] grew up. Her brothers—Don and Rob, by the way—were part of a bunch of kids who talked in this very peculiar manner. Whenever I heard it, I'd just go nuts, because I loved it. It was this very sarcastic mode of speech. One time I was in Michigan visiting the family, and I sat the two of them down and had them do it into a tape recorder, and I went back and studied it. Then I wrote my stories, and I would always show those parts to Lynn before I got it lettered, and she'd tell me where I got it wrong.”

Grazie a Lynn Varley, Miller porta l'autorialità che ha sviluppato su Ronin anche su Batman, il supereroe più importante dell'immaginario USA. Le chine del tedesco Klaus Johnson, con cui aveva lavorato, su Devil, hanno un loro contributo nel dar forza all'opera.

Nella storia c'è un omaggio a Pratt, autore cui Miller deve molto: l'isola di Corto Maltese, che scatena la guerra nucleare USA-URSS, è intitolata al principale personaggio dell'autore veneziano.

A questo punto Miller torna però su Elektra (1987) con Bill Sienkievicz ai disegni. Sienkievicz è un disegnatore eccezionale, con uno stile pittorico che si adatta perfettamente alla sceneggiatura di Miller, delineata sopra. Miller in questo modo dà una lettura autoriale della "sua" supereroina, una sua creazione integrale.

Lo stesso anno, con Batman: Year One (1987), coi disegni di Mazzucchelli, riscrive e modernizza le origini di Batman. L'opera così pone la riscrittura noir del Dark Knight e lo "Year One" diviene per antonomasia la riscrittura delle origini di un personaggio (così come fare il "Dark" di un personaggio rimanda all'operazione condotta per la prima volta, di fatto, da Miller, con quella intensità e consapevolezza).

Lo stesso anno Robocop (1987) diviene, al cinema, una prima divulgazione di massa del cyberpunk. Ci sono molti debiti con l'immaginario creato dalla Gotham di Miller, che rivive nella Detroit dell'uomo-macchina, con numerose sequenze pressoché identiche (Robocop è al limite un Iron-Man, ma anche il suo costume da uomo-macchina ricorda il costume meccanizzato di Batman caro a Miller). Al punto che Miller viene poi contattato per i sequel cinematografici, alla sceneggiatura, mettendo per primo un piede a Hollywood, solitamente preclusa direttamente ai fumettisti.

Al suo Batman cupo e autoriale è poi ispirato il "Batman" (1989) di Tim Burton, che segna l'avvio di una grande stagione di cinecomics. C'erano già stati film di supereroi in passato, alcuni, come il Superman del 1978, erano anche stati dei Blockbuster; ma il Batman di Burton crea le condizioni per una presenza costante dei supereroi al cinema, sempre con prodotti di primo livello.



Con Lynn Varley poi Miller torna su Elektra con "Elektra Lives Again" (1990), opera matura e autoriale. Assieme al lavoro con Sienkievicz, in queste opere Miller infonde il massimo sforzo artistico sulla "sua" creatura più propria (anche se la maggior notorietà viene dall'iconico Batmna).

Miller riprende in questa storia anche lo stile di Gianni De Luca, altro grande maestro italiano, noto per la compresenza di più momenti nella singola vignetta, uno stilema tratto dai quadri del Rinascimento e da lui usato per portare in scena la sua trilogia shakespeariana negli anni '70, sul Giornalino dei Paolini.

Lo stesso anno Miller lavora su Robocop 2 (1990), e poi su Robocop 3 (1993), consolidando il suo ruolo hollywoodiano. Nel 1992, in questo contesto, realizza anche Robocop contro Terminator, un fumetto che mette a confronto i due più grandi cyborg dell'immaginario anni '80.

Nel 1991 intanto però Miller avvia il lavoro più suo proprio, Sin City, passando con la casa indipendente Dark Horse. La Città del Peccato è un purissimo noir, senza più dover inserire l'elemento supereroico, senza inserire l'elemento cyberpunk, senza il cospirazionismo. Solo un noir purissimo, con grande sperimentazione visuale in cui Miller parte certo da tutto quanto ha acquisito (e in Silent Night, del 1995, omaggiò apertamente Pratt, dedicandogli la storia nell'anno della sua scomparsa) ma lo supera inventando delle soluzioni sue proprie.

La trama, pur sviluppata sempre magistralmente, è il noir puro: c'è una città corrotta, nelle mani della famiglia Roark: il senatore, il cardinale (cannibale) e il giovane rampollo, violentatore sadico seriale ("Quel Bastardo Giallo", del 1996, omaggio ruvido ma sentito a Yellow Kid). La polizia è corrotta, e solo qualche private eye si oppone al crimine, o qualche singolo e isolatissimo poliziotto onesto. Solo le prostitute, che controllando da sé il quartiere dove esercitano la loro professione, sono il polo positivo della storia.

Roark è un rimando ad Ayn Rand, teorica della destra ultralibertaria: è l'architetto protagonista di Fountainehead (1943), in cui egli, che rifiuta lo stile "storico" per una visionarietà futurista, è osteggiato sia dai barbogi reazionari che dalla sua nemesi, un untuoso socialista che usa il politicamente corretto d'antan come strumento di ascesa sociale.

L'individualismo assoluto della Rand, per cui c'è spazio solo per il superuomo, era stato ammirato nei fumetti da Steve Ditko, importante inventore grafico di Spider-Man; e, in effetti, la concezione della Rand è alla base dell'immaginario supereroico, assieme ad altri spunti coerenti.

Appare curioso che Miller lo usi per quello che è un cattivo, il senatore Roark e la sua famiglia, gli "architetti" di Sin City che è in effetti una spietata città capitalistica. In teoria, al contrario della visione che gli si attribuisce.

Il fumetto segue le convenzioni del noir, e al bianco e nero a contrasto nettissimo dei disegni corrisponde volutamente il bianco e nero nitido di buoni e cattivi. Miller oltretutto ci tiene a dimostrare, con quest'opera, la sua abilità nel condurre da solo l'intera narrazione, senza l'ausilio di disegnatori del calibro di Sienkievicz o coloriste come la compagna Lynn Varley.

Tuttavia, a questo punto iniziano anche le contestazioni. Alan Moore, in primis, prima suo amico nella decostruzione dei comics, accusa Miller di essere divenuto sessista per la figurazione delle sue prostitute come figure femminili forti e coraggiose, ma ipersessualizzate, dichiaratamente appunto prostitute acquistabili, a certe condizioni, dai maschi.

In effetti questo elemento rafforza le convenzioni del genere: ma è in linea col personaggio di Elektra, "donna scarlatta" definita solitamente da suoi avversari come "bitch" per la sua effettiva spietatezza (Elektra affronta inoltre l'Anticristo, la Bestia, anche se non accetta di divenire la sua "prostituta scarlatta", anzi, è lei a fermarlo).

Un elemento quindi già presente, in un Miller consapevole del potenziale erotico della supereroina, donna forte che viene malmenata per il piacere del lettore, solitamente maschio, sulla carta, pur riuscendo alla fine vincitrice.

Caratteristiche già proprie di Catwoman, alleata e nemica di Batman, in un immaginario abbastanza apertamente BDSM, nel 1940, e di Wonder Woman (1941), che similmente si trova spesso in situazioni analoghe. Tale caratteristica si ritrova anche in Robin-Carrie, con un forte complesso di Elettra verso Batman.

Similmente, Miller aveva appena realizzato il suo cyberpunk puro in "Martha Washington" (1990-2007), ciclo che egli realizza assieme a Dave Gibbons, che aveva cofirmato Watchmen con Alan Moore. Personaggio di eroina nera inserita anche in Robocop 3, Martha si trova a contrastare l'imperialismo americano di PAX, al servizio di corrotti presidenti di destra (Rexall, riedizione del Reagan di Batman) e sinistra (l'inetto successore di Rexall). Martha Washington appare anch'ella un'eroina sottoposta a crudeltà estreme che la forgiano in un coraggioso supersoldato.

Va detto però che anche Moore aveva usato questo topos in particolare nel suo V for Vendetta (1982-1985) dove Eve viene forgiata da V simulandone addirittura la chiusura in un campo di concentramento dove viene ripetutamente torturata.

Nel 1997 comunque, sempre su Sin City, la sua opera autoriale personale, con "The Big Fat Kills" Miller introduce il tema delle Termopili, la Grecia come la civiltà occidentale, gli Spartani come gli USA, magari criticati dagli Ateniesi-Europei ma indispensabili per difendere la civiltà. Ecco quindi che le prostitute, con l'aiuto di Dwight, riescono a fermare il tentativo della mala di prendere il controllo della Città Bassa, bloccandoli in un vicolo che divengono le loro Termopili.

Lo stesso anno, con Tales to Offend / Lance Blastoff e Bad Boy, Miller rende ancor piu' centrale e programmatico il tema della provocazione del crescente politicamente corretto.

Nel 1998 Miller torna sul tema delle Termopili col suo capolavoro, 300, l'ultima grande property creata dall'autore, che in seguito si limiterà a sviluppare quelle, pur notevoli, già realizzate e rivitalizzate (Daredevil, Batman, Sin City e 300).

Si tratta dell'ultima grande collaborazione con Lynn Varley, che in tutta questa fase è rimasta molto schiva. 300 riprende gli stilemi di fortissimo contrasto chiaroscurale di Sin City, ma al tempo stesso la colorazione di Lynn Varley dà una grandiosità epica alla storia.

Le polemiche su quest'opera divengono più intense, data la trasparenza della metafora occidentalista. Miller difende la propria autonomia artistica, ma le accuse occhiute di Moore, che erano rimaste confinate a una nicchia, adesso divengono più ampie nella fumettosfera.

Gli Spartani sono evidentemente gli USA, e più precisamente il suo esercito, ostacolati però a casa dagli Efori, qui presentati come corrotta casta sacerdotale che profetizza violando l'Oracolo, una delle fanciulle più belle scelte per profetare. In effetti gli Efori (ma anche i sovrani) useranno gli oracoli (e la Sibilla Delfica era quello principale) come strumento politico. Qui però si sembra alludere, nella forzatura religiosa, all'ostilità del Vaticano contro l'espansionismo USA.

Il 1998 aveva infatti visto il Papa Woytila, campione dell'anticomunismo appoggiato con forza dagli USA, recarsi a Cuba legittimando Fidel Castro, in una sua presa di distanza dagli USA e dal loro Nuovo Ordine Mondiale annunciato da Bush nel 1991.

Gli altri greci, che combattono a fianco dei 300, sono un dato storico ma rimandano all'imbelle Europa, ricca di valori civili ma difesa solo dall'eroismo USA. Le orde che arrivano da Oriente sono tratteggiate in modo anche etnico, ma soprattutto rappresentano una corruzione di costumi che emerge dal vestiario queer, dall'uso di orecchini e piercing, cui ricorre anche il possente ma corrotto Serse, lontanissimo nella sua figurazione dall'originale.

Il tradimento di Efialte porta a una morte di Leonida e dei suoi che ne fa una figura cristologica, difensore irato ma commosso della libertà dell'Occidente.

Molto sottolineata è la componente della libertà femminile delle Spartane, sottolineando quello che è uno spartiacque nel conflitto latente con l'Islam.

Nel 2001-2002 The Dark Knight Strikes Again è la tempesta perfetta. In esso infatti Miller presenta volutamente un segno più cartoonesco e sarcastico, mentre la Varley è passata a una colorazione digitale meno riuscita. L'opera è un successo di vendite, ancora, ma un flop di critica.

Intanto la storia ha visto l'attacco alle Torri Gemelle, e la risposta con l'operazione Infinite Justice, la guerra prima in Afghanistan, poi nell'Iraq di Saddam Hussein con la falsa accusa dell'antrace.

Nel 2003 Miller fa un cameo nel pessimo Daredevil filmico.




Nel 2005 un nuovo Batman di Miller è di nuovo accolto in modo molto critico. Lo stesso anno, però, Rodriguez, il miglior allievo di Tarantino, porta Sin City al cinema, con Miller, in un riuscito adattamento. Miller inizia a portare il suo fedora da lì in poi iconico e a immergersi nel jet set. Egli giunge così alla rottura con Lynn Varley.

Mentre la fumettosfera ormai guarda almeno in parte in cagnesco Miller, il grande pubblico lo scopre (in parallelo a Moore, con V for Vendetta da lui rifiutato) e lo apprezza.

Nel 2006 Miller annuncia un "fumetto di propaganda" con Batman, ma la DC Comics lo scarica, sia per prudenza, sia perché Miller non è più così redditizio. Lynn Varley chiede il divorzio, per quanto continui ancora a sostenerlo pubblicamente nei due anni successivi.




Nel 2007 egli gira al cinema il suo 300, con Zack Snyder. Un successo ancora più iconico di Sin City: le immagini del film divengono moderne icone pop. Lynn Varley collabora a questo film e ne favorisce l'incredibile resa visiva.

Il film è propaganda ad alti livelli, rafforzando le metafore già presenti nell'originale. In particolare, è rafforzato il ruolo di Gorgo, la regina, che ha una sua storyline, in cui si conferma il ruolo di donna libera e forte. Ella viene violentata da Theron (letteralmente La Bestia: per la sua bestialità, ma anche forse a evocare la Mega Therion, la Grande Bestia apocalittica), il leader dell'Apella corrotto dai Persiani, come gli Efori. Egli non mantiene la parola data, ma alla fine è lei a sconfiggerlo nell'Apella, uccidendolo e favorendo il supporto pieno di Sparta a Leonida.





Lena Headey, sulla scorta di questa riuscita parte, ottenne poi il ruolo di Cersei Lannister nella serie tv "Game of Thrones" (2011-2018), la grande serie fantasy degli anni 2010.



Viene inoltre rafforzato il ruolo cristologico di Leonida, tradito da Efialte-Giuda già nella narrazione originaria, ma che qui, nell'ultima sequenza, diventa un punto d'incontro tra una figura di crocifisso (già prefigurato dall'albero degli Impiccati, ripreso da Callot), il San Sebastiano e il Giudizio Universale.

Il film diviene iconico, memetico ("Questa è Sparta!") e di ispirazione per la neo-destra.

Lynn Varley è ancora al fianco di Miller a Cannes, per la presentazione del film.


Nel 2008 Miller porta al cinema The Spirit di Will Eisner, il massimo maestro del fumetto americano, cui è dedicato il premio fumettistico americano, il più importante occidentale. Miller però fa in questo film della città di Eisner, di fatto, la sua Sin City, con un film che viene accolto male a differenza dei due precedenti.

Siamo anche nell'America di Obama, e Miller è una figura orma ingombrante.

Alle premiere del film Lynn Varley è ancora al suo fianco.



Nel 2011 si giunge a un tormentato accordo di divorzio Miller/Varley.



Siamo al punto più critico della carriera di Miller: sul suo blog attacca con forza i militanti di sinistra di Occupy Wall Street, e realizza il suo "Holy Terror", che avrebbe voluto scrivere con Batman, dove Fixer e Cat, ovvero Batman e Catwoman, combattono contro i terroristi.

Nel 2014 c'è il sequel di 300, "La nascita di un impero", basato sul fumetto che Miller sta preparando, Xerses. L'opera ricostruisce tutta la storia delle guerre greco-persiane, dall'avvio ad Alessandro Magno.





Lo stesso anno viene completato il secondo Sin City, A Dame to Kill For. Nel primo episodio, che dà il titolo al nuovo antologico, la Dama è la spietata Ava, che viene infine uccisa per la sua crudeltà.





Ne Una brutta notte è invece Marcie, una spogliarellista, ad essere seviziata da Roark e dai suoi uomini.




Nell'ultima, The Fat Loss (la grossa sconfitta o "la sconfitta del grassone"), Nancy, dopo essersi sfregiata per ottenere l'aiuto di Marv, riesce a uccidere il senatore Roark per vendicare Hartigan, che l'aveva salvata dal figlio nel primo film.

L'uscita di queste due opere coincide con il "ravvedimento" di Miller, che preventivamente è sostanzialmente costretto a rinnegare la sua svolta di destra e viene di conseguenza "perdonato" da Hollywood.





Nel 2015-2017 appare The Master Race, nuova opera sul Batman del Dark Knight, dove torna anche Carrie, il Robin divenuto intanto Batgirl. L'opera ha la funzione di riconciliare Miller anche con la scena fumettistica, dopo aver in parte ripristinato le sue - ormai deboli - properties nel cinema hollywoodiano; anche se il modesto successo non porterà ad altre riedizioni.





Del 2018 è Xerses, il fumetto da cui era stato "tratto" l'adattamento filmico "in anticipo". In copertina, l'antagonista di Leonida, femminilizzato e coperto di piercing, nonostante il suo ruolo parziale nella storia. C'è il Frank Miller dell'ultima produzione, ormai giunto a una sintesi eccessiva, assistito ormai da coloristi non all'altezza della Varley.





Nel 2019 si ha una causa Miller/Varley sulla spartizione delle tavole post-divorzio. Nel suo nuovo Golden Child, sempre connesso all'universo di Batman, mostra in modo critico la campagna di rielezione di Trump (che nel 2020 fallirà).


Nel 2022 avvia l'etichetta Frank Miller Presents, e dovrebbe anche avviare una nuova serie animata su Corto Maltese.

Nel 2023 è a Lucca Comics, acclamato, mentre inizia a dedicarsi a Variant Cover che vengono criticate per lo stile sempre più parodia di sé stesso. Nel 2024, un film documentario biografico dove parla del suo alcoolismo, ad opera della nuova compagna Silenn Thomas, che aveva lavorato sull'adattamento di 300 (2006).


Miller è tornato in sella, sia pure meno centrale di prima.

Post più popolari