Specchio degli Almanacchi Perfetti
Lo "Specchio degli almanacchi perfetti" è un libro che Manzoni cita nei Promessi Sposi, che sarebbe pubblicato a Torino nel 1623 e avrebbe previsto la peste e ipotetiche comete nel 1628 e 1630, oltre alla congiunzione tra Giove e Saturno del 1630, portatrice della peste.
Nel capitolo XXXII de I Promessi Sposi Manzoni menziona questo libro misterioso: «questa predizione, cavata… da un libro intitolato Specchio degli almanacchi perfetti, stampato in Torino nel 1623, correva per le bocche di tutti»
La frase fa parte del discorso sul presunto legame tra congiunzioni planetarie, comete e la peste, con il motto latino “Mortales parat morbos, miranda videntur”. Si tratta però dell’unica comparsa di tale titolo: non esistono altre fonti che confermino l’esistenza di questo libro. Anzi, le ricerche bibliografiche non rilevano alcuna edizione storica intitolata in questo modo, né in cataloghi SBN, né in collezioni di testi antichi. Le uniche tracce sono riprese secondarie del passo manzoniano stesso (per esempio blog letterari o guide torinesi)
Il testo è quasi sicuramente immaginario (non se ne trova traccia), ma è strano, perché di solito Manzoni è accurato storicamente per lo sfondo storico. Difatti, molti lo citano come realmente esistente. Anche le due comete che cita il Manzoni sono immaginarie, mentre ve ne erano state tre nel 1618, di cui due visibili agli astronomi e una visibile a occhio nudo.
Quanto al giugno 1630, esiste qualche testimonianza folkloristica di un “astro di mezzogiorno” osservato allora, ma resta incerto: uno studio astronomico moderno conferma che nel giugno 1630 ci fu effettivamente “una cometa luminosa”(cambridge.org), anche se non si può dire se fosse visibile di giorno. In sintesi, le comete citate da Manzoni non corrispondono esattamente ai fatti storici: l’unica cometa realistica vicina al 1630 è quella dell’estate di quell’anno (cambridge.org), mentre nessun evento cometario memorabile avvenne nel 1628.
Il libro, in ogni caso, appare durante la revisione del Fermo e Lucia, dove c'è il passaggio in cui il libro è citato, ma il libro ancora no. Manzoni quindi lo va a ideare tra il 1821 e il 1827.
Va detto subito che questo pseudobiblion manzoniano è interessante, in quanto darebbe la previsione della peste come autentica, dato che una prima cometa apparirebbe nel 1628, ovvero quando inizia la vicenda e di peste ancora non si parla assolutamente. La cometa sarebbe riapparsa quindi nel 1630, per la manifestazione piena del suo potere mortifero. Il che contraddirebbe l'apparente "illuminismo" manzoniano, che condanna le superstizioni degli untori e simili.
La congiunzione tra Giove e Saturno è vera, e fa pensare in effetti a grandi sciagure agli astrologi, poiché si ha Saturno che divora il figlio Giove, sovrapponendosi ad esso, come nel mito. Un ritorno degli antichi dei cannibali, portatore di sventure, anche se, avvenendo ogni dieci anni (nella decade esatta), non è una congiunzione astrale particolarmente rara.
Appare curioso l'uso del termine "Specchio", che anticamente indicava in effetti un "compendio". Nel '200 erano apparsi lo Speculum Maius, un compendio del sapere universale di allora, e uno "Specchio delle anime" di Margherita Porete, poi bruciata al rogo a Parigi nel 1310 come strega.
Seguiranno nel '300 lo Specchio più noto, lo Specchio di Vera Penitenza di Jacopo Passavanti, e altri specchi (di Vera Nobiltà, della Salvezza Umana, dell'Orazione) sempre di argomento tendenzialmente teologico e spirituale (come già i primi due, in due diverse direzioni).
Lo Specchio di Almanacchi Perfetti è dunque un riassunto, una sintesi dei migliori almanacchi astrologici, di cui unifica e quasi diremmo distilla le previsioni. Curioso che Manzoni lo faccia pubblicare a Torino, che non menziona mai (salvo, anche qui, per dire che vi è scoppiata la peste, che decimò la città), città occulta per eccellenza.
L'anno, il 1623, è quello che vede apparire i Manifesti Rosacroce a Parigi, e l'esplosione quindi europea del fenomeno (lo stesso anno Marino pubblica il suo capolavoro, l'Adone, e Urbano VIII viene eletto al soglio pontificio, il papa che perseguirà Galilei). Ma non c'è altro indizio interno che li colleghi.
Va detto che l'anonimo manzoniano dà probabilmente una versione della storia più ricca di simbolismi: egli dichiara di aver vissuto al tempo degli eventi, di averli in parte testimoniati e in parte raccolti (da Renzo, si dichiara più avanti). Non viene spiegato come Renzo e l'anonimo si conoscano, ma essendo un dotto milanese della piccola nobiltà, da indizi interni, mi viene da pensare sia un conoscente di Don Ferrante (sicuro culture dello "Specchio").
L’Anonimo parla di “luttuose Tragedie d’horrori” e contrappone «Imprese virtuose e buontà angeliche» alle «operationi diaboliche», unica possibile spiegazione di quanto è avvenuto. Manzoni poi nega questa sua interpretazione e quindi riscrive il testo, ovviamente, ma non dopo averla accennata, nell'eterno "gioco di specchi" (questo sì) della sua opera. In fondo, la stessa opera di Manzoni è uno "specchio" (compendio) degli almanacchi secenteschi sulla peste: il misterioso trattato potrebbe essere una allegoria del suo lavoro stesso.
Manzoni, curiosamente, presenta l'Anonimo come un espediente, ma una lettera privata scovata nell’Epistolario (a Tommaso Grossi, Brusuglio ca. 1821) conferma un retroscena: Manzoni scrive infatti di aver «rinvenuto un vecchio autografo dilavato» e di aver preso «una grande e grave risoluzione: voglio scrivere un romanzo».
Giovanni Getto aveva identificato questo manoscritto con la "Historia del Cavalier Perduto" (1644) di Pace Pasini, che però non vi corrisponde: il protagonista è un nobile del VI secolo, che alla fine riesce nel suo matrimonio patrizio dopo vicende rocambolesche in tutt'altro contesto storico. Affascina l'idea del titolo che potrebbe rimandare a tre diversi personaggi che sono dei "cavalieri perduti": Don Rodrigo, Fra Cristoforo e l'Innominato. Soprattutto pensare a un racconto dal punto di vista del primo sarebbe affascinante.
(in copertina del post, lo "Specchio" così come immaginato da Bing Image Creator)