Diabolik, Nel nome dei Kant
Ho parlato spesso su questo blog de Lo Scarabocchiatore, associazione culturale che si occupa della promozione del fumetto dando spazio agli esordienti affiancandoli spesso, nelle sue pubblicazioni collettive, a nomi anche importanti del professionismo grazie all'attività di Mirko Leo, "lo Scarabocchiatore" in persona, di Enrico Ruocco e tanti altri attivi nell'associazione stessa.
In occasione dell'uscita del nuovo Lo Scarabocchiatore a Fumetti Volume 4, nel pacchetto deluxe per sostenitori dell'associazione, al volume è allegato anche questo volumetto che l'associazione mi ha gentilmente fatto avere per recensione. Il volume si può trovare qui:
PACCHETTO DELUXE - (SOCIO PREMIUM) RIVISTA A FUMETTI VOLUME 4 + FUMETTO DIABOLIK + CARTOLINA RED SONJA - Associazione Lo Scarabocchiatore
Si tratta di un estratto dell'albo "Nel nome dei Kant" dal n. 3 del 2023. L'albo riporta un estratto, appunto, dall'albo sceneggiato da Tito Faraci per il soggetto di Angelo Palmas e Andrea Pasini, per i disegni di Riccardo Nunziati. La copertina, inedita, è ad opera di Riccardo Nunziati (e ispirata alla cover originaria di Matteo Buffagni).
L'albo originale “Nel nome dei Kant” era uscito nel 2023, a sessant’anni esatti dalla prima comparsa in edicola della compagna di Diabolik, nel 1963. Su di lei si era poi stratificata la lore ben nota ai lettori della testata: figlia illegittima di una nobile e ricca casata con una giovinezza travagliatissima. Negli anni ha dovuto combattere per ottenere il cognome, “Kant”, che la famiglia del padre le ha sempre negato, ma ora la questione pare riaprirsi.
Questo estratto sintetizza parte della vicenda in un modo che resta comunque leggibile e apprezzabile dal lettore.
Sia pure in forma succinta, nell'albo è possibile apprezzare l'abilità di Faraci come sceneggiatore e soprattutto la bellezza delle tavole di Nunziati, fedele al segno di algida eleganza della tradizione diabolika.
A margine (ma coerente col titolo dell'albo in questione...) mi ha sempre incuriosito come le Giussani abbiano scelto il nome di Kant per la compagna di Diabolik, mentre l'evocazione del Diavolo (da un caso di cronaca nera torinese del 1958, dai tratti molto oscuri) e di Eva come massima tentatrice hanno un significato sensato.
Infatti, l'autore filosofico che definisce l'illuminismo è associato al rigore morale, sviluppando la sua formulazione ineccepibile della Legge Aurea comune a tutte le religioni, l'"Ama il tuo prossimo come te stesso" cristiano presente anche negli altri culti:
"Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia nella persona di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo.” sostiene Kant, mentre Eva e Diabolik, prima ancora che immorali, sono la manifestazione della completa amoralità. Agiscono, direi, concependo le persone esattamente come un mezzo (salvo rarissime eccezioni).
Per contro, Kant è anche il filosofo che pone il noumeno (ovvero l'Ente Supremo) come inconoscibile e quindi, se da un lato lui pone la legge morale ed estetica come forza interiore auto-giustificante, le dà un fondamento in verità molto piu' debole che altri poi possono facilmente rinnegare, come fanno i nostri (anti)eroi.
Tornando all'albetto, può essere un oggetto interessante per il collezionista completista di Diabolik, e un modo di sostenere i fumettisti esordienti con l'acquisto del volume che contiene i loro lavori, spesso anche piuttosto interessanti.