Basile et Sophia (1900)


 Questo recente ritrovamento ai mercatini torinese è piuttosto interessante. Un volume del 1900, di cui stando a Wikipedia sussistono solo poche copie dell'edizione francese, che ho trovato a pochi euro. L'autore è Paul Adam, uno dei padri del simbolismo, di cui fonda la rivista Symbolisme (1886) e poi Vogue (sempre 1886), tra le prime del movimento che prende le sue mosse in quegli anni, di cui scrive anche un prezioso glossario.

Paul Adam era anche vicino all'ambiente occultista della Belle Époque e la sua opera ne era intrisa. Così, per conoscere il destino dei suoi personaggi che apparivano nella sua immaginazione, Paul Adam faceva loro i tarocchi, di cui era ritenuto ottimo indovino.

In una lettera che scrisse al suo amico Victor-Emile Michelet nel giugno 1919 dichiara:

« (…) Sì, i Tarocchi mi hanno ispirato, ogni giorno, mi hanno suggerito molti dei miei saggi. Devo all'Eremita, al Mago, alla Somma Sacerdotessa, secondo le loro pose in mezzo ai loro simili, nella figura del pentagramma, mille intuizioni."

L'opera è dedicata a Jean Lombard, "L'evocatore di Bisanzio".

Jean Lombard (Tolone, 1854 – Charenton, 1891) è stato un romanziere francese. Nel clima decadente di fine secolo inaugurato, dal lato critico, dai saggi, sui 'Poeti Maledetti', di Paul Verlaine, si distinse col suo più noto romanzo Byzance (1890) che avvia la moda bizantineggiante-esoterica (in Italia evocata dalle Cronache Bizantine su cui esordì D'Annunzio). 

L'idea nasce dall'opera modello del decadentismo, Languore di Verlaine, che nel 1883 dichiara "Je suis l’Empire à la fin de la décadence.", creando un parallelo tra la decadenza dell'Impero romano e l'Impero francese di Napoleone III dissoltosi a Sedan (1870).

Nella sua opera letteraria si tratta di orientalismo, androginia e paganesimo. Influenzò parecchi suoi contemporanei, in specie Rachilde e Jean Lorrain.

Nel romanzo L'agonie (1888), tratta della vita dell'imperatore romano Eliogabalo (218-222); l'opera si avvalse allora della prefazione di Octave Mirbeau.



Il romanzo in questione, uno dei più esoterici, è ottimamente illustrato da Clémentine-Hélène Dufau, una delle migliori allieve di Bouguereau, volta anch'ella al misticismo, che otterrà la Legion d'Onore nel 1909 e illustrò le nuove aule della Sorbona destinate alle nuove scienze, Astronomia e Matematica e Radioattività e Magnetismo).





Stando a Wiki, divenne seguace di René Guénon, appassionata di Krishnamurti, è vicina ai collaboratori dei Cahiers de l'Étoile. Nel 1932 scrisse il suo libro-testamento, I tre colori della luce, in cui esponeva la sua visione esoterica dell'arte: con una disposizione originale, si ispirò al matematico Charles Henry, alla sua ruota dei colori e alla sua teoria della "psicone", citando René Guénon, l'abate Paul Lacuria, Joséphin Peladan, Louis de Broglie. Per un pensiero "femminile" e "unificante", tenta una sintesi tra gli scritti "della tradizione esoterica e la ricerca scientifica, in particolare sulla risonanza e le frequenze dei colori." Condanna la violenza contro le donne e chiede uguaglianza di genere.



1913


1921


Romanzo storico, altrimenti catalogabile nel sottogenere del Romanzo bizantino, Basile et Sophia narra in chiave romanzata la vicenda di Basilio I il Macedone (867-886), che da prigioniero dei bulgari diviene soldato, e da soldato Imperatore romano d'Oriente in seguito all'assassinio di Michele III: destino questo, a cui Basilio si scopre indirizzato tramite una mistica profezia che giunge alle orecchie di un monaco, che svolge l'attività di ostiario presso una delle tante basiliche di Bisanzio. 

Romanzo molto ricco dal punto di vista storico e descrittivo, in esso sono presenti spunti interessanti, quali alcuni passi riguardanti l'eresia dei Pauliciani, diffusasi nell'Impero Romano d'Oriente a partire dall'VIII secolo, le descrizioni accuratissime degli ambienti e di alcuni riti misterici a sfondo eretico-cristiano, ma di chiara derivazione greco-pagana, la cui partecipazione era riservata alle sole donne. Di quest'opera è attualmente disponibile soltanto un esiguo numero di copie dell'edizione originale francese, stando a wikipedia.

Elementi esoterici e misterici

Oltre al risvolto storico, il romanzo di Adam è pervaso di tematiche esoteriche e gnostiche. In particolare, il titolo stesso richiama Sophia – “Sapienza divina” della tradizione gnostica – suggerendo un significato simbolico. Infatti nel racconto Sophia è presentata come la sorella di Basilio, figura seducente legata a un culto misterico. Il capitolo IV, intitolato «Les Pauliciennes», introduce una setta eretico-cristiana – i Pauliciani – dove le sole donne fanno parte di un rito segreto. Nelle scene successive (cap. X “L’Initiation des Pures”) si descrive un’iniziazione sessuale sacrilega: Lorrain parla di veri e propri “stupres de la communion paulicienne” (“stupro della comunione pauliciana”)readingroo.ms. Qui Sophia assume il ruolo di sacerdotessa del culto: nella critica contemporanea si legge che essa domina l’ippodromo “in piedi sull’Aculeo, fra le gambe di bronzo di San Cristoforo”readingroo.ms, e che dal tetto della Città Bianca si svolgono riti rituali della setta. Il critico Jean Lorrain, per esempio, la definisce esplicitamente “sœur la Paulicienne” (sua sorella la Pauliciana)readingroo.ms, sottolineando il carattere eretico e pagano del suo ruolo. In generale il linguaggio del romanzo è intriso di riferimenti mistici: compaiono termini come Adonaï, Plérôme, Paraclet o Jacobitzès (figli del Cielo), che rimandano a concetti gnostici e dualistici. Le donne-adepte della setta compiono rituali “a sfondo eretico-cristiano, ma di chiara derivazione greco-pagana, riservati alle sole donne”it.wikipedia.org: in essi si mescolano simboli cristiani (croci, Trinità) con elementi sincretici e sessuali (danza, nudità rituale, fuochi sacri). Dunque il romanzo enfatizza un esoterismo femminile – quasi una “sce­na d’orgia gnostica” – al centro della trama, coerente con il simbolismo del periodo e il gusto per i misteri occultisti tipici del modernismo francese (tra cui Adam era inserito).

Storicamente i Pauliciani furono una setta cristiana dualista dell’Oriente bizantino, apparsa nel VII sec. d.C. e dichiarata eretica. Essi si richiamavano all’Apostolo Paolo (da cui il nome) e furono repressi dai Bizantini, giungendo persino ad essere deportati in Bulgariagnosis.study. Nel romanzo Adam li reinterpreta in chiave immaginaria: la loro comunione segreta diventa veicolo di erotismo sacro. L’ambientazione bizantina decadente permette inoltre l’uso di figure come la matrona Kyria Damelis e le donne vestite di lino che “seguono le croci dei diaconi” in corteo – elementi che richiamano culti misterici femminili. In sintesi, il testo intreccia storia e fantasia: da un lato la scalata al potere di Basilio I, dall’altro un sottofondo occultista (profezie, vergini-sacerdotesse, segrete Iniziazioni) che giustifica la definizione di romanzo esoterico assegnatagli da alcuni critici. In tal senso lo stesso Adam, con l’opera, si avvicina alla dimensione di un “romanzo manicheo” – come osserva il critico Stanislas Hutin, che definisce l’autore come “autore… di un romanzo manicheo” proprio riferendosi a questo titolognosis.study.

Ricezione critica

All’uscita l’opera suscitò interesse soprattutto per il suo stile vivace e bizzarro. La celebre critica Jean Lorrain, sul quotidiano Le Journal, la descrisse come «forse l’evocazione più curiosa che si sia fatta di Bisanzio» dopo Jean Lombard, cui il romanzo è dedicato readingroo.ms, lodando lo stile “gemmato, coruscante e fluido” di Adam. Nella recensione Lorrain apprezzò le descrizioni barocche del trono e delle donne di Bisanzio, evidenziando con stupore le scene di lussuria e violenza sacra (ad es., Sophia “come una perla” fra carrozze in gara, i “grandi negri in croce” di una cerimonia paolina, vedi readingroo.ms). Altri critici dell’epoca notarono la ricchezza pittoresca del racconto, benché alcuni ambiti restassero in ombra (oggi si evince che la reputazione di questa vicenda si limitò a un breve “quarto d’ora di celebrità”gnosis.study). Nel Novecento è rimasta un’opera minore di Adam, citata soprattutto da studiosi di letteratura simbolista o di storia del pensiero religioso (p. es. Liana Nissim dedica a “Basile et Sophia” alcune pagine sul Nord). In generale, la critica moderna ne sottolinea l’eccezionale ibridazione fra romanzo storico e ambientazione esoterico-gastica, e la considerazione allegorica delle eresie medievali come sottocultura occultista.

Edizioni e reperibilità

Il romanzo fu pubblicato per la prima volta a Parigi intorno al 1900 (collana Ollendorff)gnosis.study. Esistono anche ristampe successive: ad esempio una edizione Flammarion del 1928lafeltrinelli.it. Oggi “Basile et Sophia” è raro da reperire in libreria; molte copie originali sono ricercate dai collezionisti di libri antichi, e non esiste un’edizione critica recente. La sua fortuna libraria è rimasta modesta, ma chi possiede una copia può apprezzarne l’originalità storica e simbolista.

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