I Miti Gialli.

 


Ho trovato online (non ricordo più dove) una tabella che mostrava come ogni decade, dagli anni '70 ai nuovi anni '10, aveva una sua icona pop legata al giallo. Dato che sono molto appassionato di fumetti e di  Miti Pop, mi ha affascinato la cosa. In fondo, nel fumetto è seminale una icona gialla, il celebre Yellow Kid, del 1894. Mi chiedevo se si potesse riconnettere questa sequenza fino all'inizio del '900 e quindi in qualche modo al primo simpatico fumetto legato al giallo. Mi sono subito venuti in mente alcuni elementi a integrare a rebours la sequenza fumettistico/cartoonistica Woodstock-Pacman-Simpson-Spongebob-Minions trovata online.

Per gli anni '60, ovviamente, lo Smile, inventato nel 1961; i Lego (anche se forse gli omini gialli vengono dopo) nel 1958. Nel 1942 viene creato il canarino Titti, in perenne lotta col gatto Silvestro (qui tornano i cartoon).







Andando indietro, però, mi sono accorto di come fosse difficile riempire il vuoto. Negli anni '00-'30, se ci sono delle icone gialle, sono icone negative. L'orrorifico Re in Giallo di Chambers, poi integrato nei miti lovecraftiani, a fine '800; Fu Manchu, "l'incarnazione stessa del pericolo giallo", dal 1913; gli stessi "gialli Mondadori" dal 1929, dove il giallo è il colore-simbolo del crimine e del delitto; l'Imperatore Ming nel 1934, l'arcinemico di Flash Gordon, che è in fondo la proiezione futuribile di Fu Manchu. Icone allora, oggi molto meno: per la distanza nel tempo, certo, ma anche perché espressione di una visione esaltante uno scontro Occidente / Oriente oggi per fortuna non più possibile in quei termini, almeno nel mainstream. 






Lo stesso Yellow Kid, icona più vecchia ancora ma sopravvissuta in quanto fondativa del moderno fumetto, si collega allo Yellow Journalism, quello sensazionalistico di Hearst e Pulitzer, negli USA del primissimo '900, che si contesero il personaggio. Il nome si ricollega sempre all'idea di "giallo" come corrotto, pruriginoso, morboso, che deriva dal valore associato a questo colore dal simbolismo di fine Ottocento, specie quello inglese con la sua rivista identitaria, di fine '800, lo Yellow Book, copertine di Beardsley, interventi di Oscar Wilde, Algernon Swinburne, Doré, Nadar, Baudelaire (tra gli altri).

Attendiamo, quindi, di vedere l'Icona Gialla di questi anni '20, prima o poi.
Nella speranza che non si tratti dell'icona arancione di Donald Trump al suo second coming.