Il lupo nella macchina - Lupo Alberto 436, esperimenti di Lusso

 


1. Fuochi di intelligenze artificiali nel fumetto

Negli ultimi tempi, ha coinvolto anche il fumetto l'ampio dibattito relativo alle applicazioni artistiche delle AI (di questo, in generale, ho scritto qui). Il dibattito si è concentrato, anche legittimamente, sugli aspetti legali delle AI, che in effetti appaiono discutibili e complessi, utilizzando vastissimi database di immagini coperte da copyright. Il riferimento principale al proposito in Italia è LRNZ, autore che ha sempre indagato le tecniche più innovative. Sono all'orizzonte possibili contenziosi, e per intanto molti siti di AI hanno introdotto dei disclaimer che caricano sull'utente finale la responsabilità di eventuali plagi. Sullo sfondo, la comprensibile preoccupazione dell'erosione di spazi lavorativi per gli autori di fumetto, oltre che per altre professioni visive forse ancora più esposte, come gli illustratori.

Inoltre, l'accelerazione al proposito è costante, e sono intanto usciti siti come ChatGPT e Beta.Character.AI in grado di sviluppare credibilmente anche produzioni testuali (inclusa, al caso, una sceneggiatura di fumetto). Testi certo rudimentali, ma che fanno presagire potenziali sviluppi futuri sorprendenti (nel caso delle AI testuali, oltretutto, il tema del copyright si fa più sfumato e meno evidente, o comunque è attualmente meno dibattuto).

All'orizzonte, ma già sostanzialmente presenti in realtà sulla scena, app AI per realizzare video, musiche, e altre forme artistiche associate all'ingegno umano (in questa sede non dibatto il tema, che è invece ampiamente discusso, se si possano realmente definire "arte", al netto del plagio, e quello sulla loro effettiva qualità, a parte "glitch" che potrebbero essere risolti in futuro). Alcuni videoclip musicali tratti da celebri brani psicheledilici dei Beatles e dei Pink Floyd sono già disponibili su Youtube (il surrealismo e la psichedelia si prestano bene a tali elaborazioni, in quanto l'atmosfera surreale permette di smussare alcuni difetti ancora presenti nella generale assenza di realismo di tali correnti). Vedi qui, ad esempio, ma se ne trovano ormai molti.





Non mancano, come ho citato nel mio articolo, casi di fumetti realizzati tramite l'uso dell'AI come disegnatore: casi che per ora rientrano nel caso di sperimentazioni di autori come Vanni Santoni e Francesco D'Isa, che hanno studiato filosoficamente la questione. La casa editrice Bonelli ha utilizzato l'AI Midjourney, quella più nota tra le principali introdotte, per realizzare in parte la copertina di un numero di Nathan Never, la sua serie di fantascienza, complessivamente realizzata da Sergio Giardo (vedi qui).

Un caso particolare - stimolato dal dibattito sulla AI, ma sostanzialmente, come vedremo, diverso - è quello messo in campo da Piero Lusso, autore di cui ho avuto modo spesso di scrivere, attualmente in forze a una storica testata come Lupo Alberto. 


2. Fumetti di Lusso.

Lusso è indubbiamente non sono uno sceneggiatore magistrale, ma anche - cosa a volte sottostimata - uno degli autori più postmoderni del fumetto italiano, per la sua capacità di mettere in campo forme piuttosto raffinate di sperimentazione in ambiti di fumetto popolare, in primis umoristico ma non solo. Negli anni d'oro di Cattivik si distingue, col disegnatore Sommacal, per questa sua storia sul "Grande Simpatico" (ne ho scritto anche qui), una satira spietata ma al contempo complessa del berlusconismo, che non ha avuto casi simili nel fumetto popolare (laddove tale satira era potenzialmente più fastidiosa, superando il rischio di "predicare ai convertiti" di satira gloriosa ma "schierata" come quella dei coevi Satyricon o Cuore). Anche su Lupo Alberto, del resto, Lusso ha ripreso questo tema "berlusconiano" (vedi qui).

Una delle opere più interessanti di Lusso è poi "Contatti", dove - sempre con Sommacal - riscrive con un taglio personale i grandi archetipi del mito alieno, per una testata come il "Giornalino" cattolico dove i limiti di scrittura imposti dal contesto - pur nel clima complessivamente progressista - divengono per paradosso un punto di forza di queste storie, costringendo a un raffinarsi della scrittura.






3 .Il Lupo nei boschi della combinatoria narrativa


E veniamo quindi alla presente storia. Sul Lupo Alberto 436, di dicembre 2022 / gennaio 2023, distribuito in abbonamento (vedi qui il sito della testata), Piero Lusso ha composto una delle sue storie di tema natalizio, "Controcanto di Natale". La storia "di stagione" è un classico del fumetto umoristico, non solo disneyano, ed era presente anche in certi vecchi Dylan Dog, ad esempio. In Lupo Alberto, ve ne sono numerose di mano di Lusso, che ha la capacità di saper produrre ogni volta una variazione sul tema. Questa volta, la variazione - al di là della storia, comunque godibile nella sua classicità - sta soprattutto in quella innovazione dichiarata nel trafiletto degli autori, sopra la prima vignetta: sceneggiatura-composing di Piero Lusso su disegni di Giacomo Michelon.

Lusso, in sostanza, ha costruito la storia ricombinando materiale iconografico riciclato da storie composte da Michelon nell'arco degli ultimi quindici anni (autore con cui Lusso ha spesso lavorato su Lupo Alberto: la scelta di un autore unico è per favorire l'omogeneità di stile), una cinquantina di storie da cui Lusso ha tratto una sorta di database da cui ha poi estrapolato sfondi, ambienti, oggetti e personaggi, rimontando e modificandoli seguendo la sua sceneggiatura. In sostanza, Lusso ha fatto quando si ipotizza, nel dibattito, potrebbe fare una AI "etica", che ricombini solo immagini di cui si possiede un copyright, ad esempio il database di un disegnatore che, così, finirebbe per "plagiare sé stesso". 





Si tratta di un'operazione che rimanda, per dichiarazione diretta dell'autore, al procedimento applicato da Stefano Tamburini nel suo Snake Agent (1980-1984) a partire dalle immagini di Secret Agent X-9 di Mel Graff, un fumetto anni '40 che Tamburini duplicava tramite fotocopiatrice Xerox (allora una indubbia novità tecnologica, omaggiata anche nel suo personaggio più celebre, l'androide Ranxerox disegnato da Tanino Liberatore). Le storie di spionaggio classiche, tipiche di certo fumetto anni '40, venivano qui ipervelocizzate dal cinetismo tamburiniano, che faceva succedere nel giro di un paio - o poco più - di pagine un incredibile turbinio di eventi. 

In qualche modo Lusso agisce come quegli assistenti di Turing e degli altri pionieri dell'informatica, che eseguivano materialmente un programma, ad esempio, di un gioco di scacchi seguendo le istruzioni della programmazione "come se" fossero la macchina stessa (in un periodo in cui, ovviamente, l'uso dei calcolatori era costosissimo e centellinato agli stessi scienziati del settore). 

Ogni porzione di un disegno è stata isolata dal contesto di partenza, ricostruita dove serviva, estratta e poi e rimontata per creare situazioni diverse. Nessuno dei personaggi in origine aveva, ad esempio, una sciarpa, che sono state tutte applicate pescandole da diverse fonti, nessuna vignetta è stata rimontata per intero ma è il risultato di 10-15 diverse vignette rielaborate. Qui sotto un esempio (fornito gentilmente dallo stesso Lusso), con colori diversi che rimontano pezzi diversi. Andando nella timeline di Novembre 2022, altri video esplicativi si trovano sulla pagina FB di Lusso:

Piero Lusso | Facebook

Naturalmente, per stessa ammissione dell'autore, il tutto è un lavoro improbo compiuto da un umano, che potrebbe diventare conveniente se, appunto, fosse invece svolto dalla "forza bruta" di calcolo di un programma (che è ormai, all'evidenza, ampiamente possibile). Le scelte potrebbero allora essere due.


4. Le due strade di Wolf Agent.


La prima è quello del "risparmio energetico" diciamo: una volta che il lavoro prefigurato da Lusso fosse automatizzato, ovviamente. Il disegnatore virtuale esegue - eticamente, almeno sotto il profilo legale - la stessa identica cosa che avrebbe richiesto un disegno "esecutivo". Con un risultato forse meno brillante, ma nel complesso corretto. In questa storia ad esempio, diciamo subito, non è visibile una palese artificiosità dell'operazione: forse mancano quei guizzi visuali che Michelon (come ogni artista consumato) sa inserire nel dare vivacità e personalità alla storia, ma è obiettivamente corretta come esecuzione (bisogna vedere se un po' ha inciso il mestiere "umano" di Lusso, a sua volta dotato, è ovvio, di particolare "occhio clinico").

La seconda scelta è ovviamente quella della sperimentazione, quello già ora intrapreso da Lusso: si possono fare cose che prima avrebbero richiesto un eccessivo "dispendio di energie" in un rapporto qualità-prezzo, ovvero un impegno eccessivo rispetto alla spendibilità del lavoro fumettistico prodotto. Tamburini non avrebbe mai, senza la Xerox, duplicato personalmente lo stile del fumetto anni '40, e con un segno diverso l'operazione non riuscirebbe. Quindi il risparmio di energie consentito da una AI etica potrebbe consentire di impiegare il tempo risparmiato per esplorare strade più complesse, che non verrebbero rischiate altrimenti.





5. La storia


La storia in sé, pur valida, è un buon classico con una variazione su un tema tradizionale della testata. La cosa interessante è, ovviamente, che il fulcro della storia gioca sul tema del riciclo dei regali: i personaggi della fattoria sono in "blocco creativo" e quindi trovano una novità nel prendere tutti i vecchi regali, impacchettarli e randomizzarne la distribuzione. Una evidente metafora del sistema stesso di costruzione della storia, che ricicla i "regali" di Michelon (ovvero le immagini da lui fornite per la sua realizzazione). 

A parte questo aspetto, che merita segnalare, è interessante soprattutto a mio avviso la caratterizzazione di Enrico La Talpa, in linea con certi stilemi di Lusso nel trattarlo: infatti la talpa presenta le sue solite geremiadi qualunquiste, ma Lusso ci nasconde all'interno ragionamenti e riferimenti più colti, come si vede sopra, con un discorso marxisteggiante che alla fine è piuttosto convincente, benché nascosto sotto la "spalla comica" del protagonista (qui presente ma più defilato in una storia piuttosto corale).


6. Conclusioni



La strada aperta da Lusso, una volta affidata allo sceneggiatore una macchina che lo sollevi dal lavoro di brute force, potrebbe aprire in futuro a sperimentazioni oggi antieconomiche nell'ambito delle storie lunghe, fino al graphic novel. Oggi realizzare una storia lunga di Lupo Alberto sarebbe piuttosto dispendioso. Ma potendo automatizzare i disegni, potrebbero realizzarsi storie più ampie (lasciamo perdere le implicazioni, anche sacrosante, "luddiste" sul lavoro sottratto ai disegnatori, per il momento: anche se è un tema che ovviamente resta anche in caso di AI "etiche" sotto il profilo strettamente legale). Oggi sarebbe impossibile, per dire, una parodia del Nome della Rosa nella Abbazia McKenzie se non nella forma della crasi estrema: ma con una AI a disposizione la cosa diverrebbe forse più fattibile.

In ogni caso, una storia piuttosto particolare e sperimentale, che è un peccato sia rimasta un po' sottotraccia nella ricezione collettiva fumettistica, proprio per le innovazioni che presenta.