Andromalis - Mascherina - i giorninfelici

 


Ho ricevuto in questi giorni questo gradito volume di Andromalis, edito da Barta Edizioni al numero 17 della collana "fumisterie" dedicata, presumo, al fumetto. Un volume in cui torna il suo Mascherina in una nuova avventura che, come vedremo, è quasi un instant book ("il 2023 è il nuovo 2009") in chiave punk e underground.

Qui sul sito dell'editore:

Mascherina: igiorninfelici – BARTA

Di Mascherina e Andromalis avevo già avuto modo di scrivere qui, recensendo un'avventura che trattava con caustico sarcasmo di P2 e Piani Rinascita:

https://fumettismi.blogspot.com/2023/06/andromalis-mascherina-il-piano.html

Avevamo quindi lasciato Mascherina nel 2008, in mezzo alle sarabande del camaleontico e gattopardesco potere italiano nell'eterno ritorno di logge deviate, servizi, politici discutibili a dir poco. Ora il nostro eroe ritorna in un contesto più tragico, interfacciandosi con la terribile ripresa del conflitto israeliano-palestinese. 

Non quella attuale, ma nel Natale 2008, con un effetto straniante per la ripetizione dell'identico: che se nel caso italiano assumeva i toni di drammatica e amarissima farsa, qui vede l'assurdo della follia umana accentuare l'orrore.

Mascherina riprende la sua maschera davanti ai massacri incondizionati di Hamas, cui fanno seguito, in un tetro copione, bombardamenti a tappeto sulla striscia di Gaza. 

Il supereroe sui generis è in cura dal Dottor Swann, con citazione proustian-sveviana, esperto di "psicopatologia dell'improduttività" che cerca di contenere a bada, a stento, l'esplosione del bizzarro superuomo, in una psicanalisi freudiana del supereroe condotta con implacabile sarcasmo.

Mascherina finisce però per riprendere il suo ruolo e a presentarci così, nella veracità spietata dell'underground, tutto l'orrore che avviene a un passo da noi: Gaza, ma anche il tremendo cimitero marino del Mediterraneo, che separa e unisce le due sue sponde così diverse.

L'opera è in continuità stilistica col precedente capitolo: Andromalis procede prevalentemente per ampie, affollate splash page coloratissime, ricche di dettagli, con uno stile underground cartoonesco dai colori lisergici. 

Rispetto al volume precedente, "il disegno rinuncia all'artisticità dello pseudo-Basquiat e si ricompone in un lessico formale", come osserva lo stesso Andromalis nella sua postfazione. 

E in effetti si ritorna più nei canoni di un certo "underground classico", se ci si passa l'ossimoro: immagini dotate di una certa particolare e se vogliamo paradossale bellezza formale, nell'equilibrio di forme e colori (sia pure in canoni visivamente punk), bellezza che contrasta con l'atrocità delle situazioni rappresentante, creando un efficace cortocircuito. La spettacolarità delle tavole di Andromalis viene esaltata dalla cura cartotecnica del prodotto, di bella fattura come usualmente delle opere di Barta. 

Le immagini acide e sulfuree si susseguono come poster di una loro particolare raffinatezza visiva nel loro genere, e il contrasto tra la vivacità dei colori e del segno caricaturale fa risaltare ancor più l'orrore, e l'orrore della ripetizione dell'orrore.

Oltre al conflitto israelopalestinese, dove "Piombo Fuso" del 2008-2009 riecheggia nel nostro tremendo presente, anche gli altri temi producono un drammatico senso di deja vu, un eterno ritorno dell'uguale che ci mostra impietosamente una umanità mai sazia di violenza. L'eterno ritorno della storia si mescola all'eterno ritorno del supereroe seriale: ma la ciclica reincarnazione dei cavalieri oscuri mostra la loro debolezza davanti al disarmante nonsenso della storia, ugualmente condannata a ripetersi, marxianamente, prima in tragedia, poi in (atroce) farsa.

Un fumetto quindi che ci offre una scorribanda tumultuosa negli orrori del nostro tempo colto con uno sguardo sardonico come quello di un "Candide" volterriano, dove l'intessersi di episodi che freneticamente si intrecciano l'uno agli altri produce nel lettore un senso di saturazione visiva e morale. Un volume, quello di Andromalis, che non offre ovviamente facili soluzioni: ma intanto, con gli strumenti propri del medium fumetto, costringe il lettore a una salutare riflessione.