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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

Giancarlo Vallauri

 Dal 2013, il mio lavoro si svolge presso l’Istituto “Giancarlo Vallauri” di Fossano, una grande scuola dove insegno presso l’indirizzo informatico. Vallauri era nato a Roma nel 1882, ma le sue radici famigliari erano legate a Fossano e al cuneese. Un primo Oliviero Vallauri è tra i fuoriusciti filoangioini da Cuneo nel 1285, e nel 1313 un Iacobius Vallauris interviene nell’assemblea di dedizione di Fossano ai Savoia. La famiglia si ramifica a Fossano, Cuneo, Chiusa Pesio e Saluzzo, dove sviluppa una tipografia che, dopo l’estinzione del ramo saluzzese con Benedetta Vallauri, passa a Gian Battista Bodoni, il saluzzese che codifica l’editoria moderna, che si fonda sulle sue pregiatissime edizioni di fine ‘700, e sul suo Manuale Tipografico (1818), ideato da lui nel 1798, che impone i principi del libro moderno dal 1830 in poi. I Vallauri otterranno titolo nobiliare nel 1739; Tommaso Vallauri (1805-1897), insigne classicista accademico torinese, del ramo di Chiusa di Pesio, fu senatore d

Luigi Capuana e la fantascienza

Luigi Capuana, nato a Mineo (Catania) nel 1839, è considerato il teorico del verismo, amico e mentore di Giovanni Verga, che del verismo italiano è il maggior autore. Nell'immaginario collettivo il verismo italiano consolida quella linea di realismo avviata dai Promessi Sposi manzoniani, col rifiuto dell'autore (che pure era curioso di spiritismo) delle "fole nordiche". Tuttavia Capuana, pur verista indubbiamente, fu anche esploratore convinto del fantastico. Come noto, nel 1860 si era unito ai Mille di Garibaldi, dedicando poi all'eroe dei due mondi un dramma. Si avvicinò anche alla fotografia, allora ai primordi, divenendone esperto a livelli di un professionista dell'epoca. Fin da 1862 fu una vera e propria passione a cui dedicò tempo e denaro, costruendosi perfino delle macchine. Nel 1880 si autocostruì un laboratorio fotografico organizzato, definendosi un «maniaco della camera oscura». Anche Verga fu coinvolto in tali esperimenti: e se da un lato ciò rim

Gabriel Naudé (1600-1653)

  Da bibliofilo, ancorché spiantato, mi sono interessato ultimamente maggiormente al libro antico e al contempo alla storia della bibliofilia. Ho approfondito di recente la figura di Gabriel Naudé (1600-1653), il fondatore della bibliofilia moderna. Nato a Parigi da famiglia di modesti funzionari regi, grazie alle sue capacità e a protezioni conseguenti compie ottimi studi parigini, formandosi con docenti di scuola scettica che sono per lui determinanti, e ovviamente anche coi gesuiti. Rifiuta però gli studi teologici e si laurea medico, legato più alla scienza. Nel 1622 viene incaricato dal Presidente del Parlamento di Parigi di sistemare la sua ricca biblioteca di 8000 volumi; nel farlo va a ideare il suo Advice pour Dresser une Biblioteque (1627). Si occupa anche dei Rosacroce, che nel 1623 emergono in Francia: scrive le Istruzioni alla Francia sulla verità della storia dei Fratelli della Roze-Croix... Parigi, François Julliot, 1623. Come spiega Wikipedia, Naudé, "l'uomo ch

Warhol a Mondovì: il maestro delle Icone

Bella mostra di Andy Warhol a Mondovì, "Andy Warhol Influencer", curata da Gianfranco Rosini, presso la chiesa di Santo Stefano a Breo, dopo una mostra sul Barocco di alto livello, e in sinergia con la mostra dell'artigianato attualmente in corso in città. Anche la Torre del Belvedere, il simbolo di Mondovì, è stata colorata con un arcobaleno di colori in occasione dell'evento, che ovviamente per Mondovì è importante. La città è stata riempita di lattine giganti di Campell Soup, che sono divenute anche un gadget venduto alla mostra. Insomma si nota, ancor più che nel precedente caso barocco, comunque di successo, un intento di lancio in grande stile (per la dimensione monregalese, ovviamente) dell'evento. Il titolo accattivante è comprensibile e in effetti la mostra offre una visione sul Warhol come influencer del mondo artistico e musicale, tramite la sua provenienza dall'ambito pubblicitario, The Factory, la testata musicale Interview. Di Warhol mi ha sempre

Santa Maria delle Vigne

  Oggi, approfittando di una rara apertura, visita a Santa Maria delle Vigne di Mondovì, nella zona detta Gorzegna. Si tratta della seconda chiesa più antica di Mondovì, risalente all'anno 1000 (Santa Maria di Bredolum, fulcro del comitato carolingio, risale al passaggio tra 700 e 800 d.C.). Il luogo è stupendo e permette di ammirare perfettamente la collina di Mondovì sullo sfondo. Qui sopra si vede l'abside, orientata ad est, e possibile portale originario del 1000. L'attuale facciata (post precedente) è dell'anno santi 1900, in un sobrio stile neogotico. All'interno, la volta stellata con occhio onniveggente, relativamente tardo, forse ottocentesco. A Mondovì si trova in poche chiese (tra queste la centrale Sant'Agostino). Ma il pezzo forte è l'affresco absidale, del primo '300, è probabilmente il ciclo pittorico più antico del monregalese. Singolare il Cristo Pantocrator. Figurazione più bizantina diffusa da noi nell'Italia meridionale. Anche il

L'Ariosto Rovesciato

Mi è capitato di recente di rileggere il XXXV Canto dell'Orlando Furioso di Ariosto, dato che di recente avevo casualmente scoperto che un certo De Barberis è il primo pittore ad aver realizzato una serie di affreschi dedicato all'Orlando Furioso, a metà '500. Ma di questo tratterò in un post successivo. Il XXXV canto è quello che conclude l'avventura di Astolfo sulla Luna. La vicenda è nota anche se spesso poco approfondita: Orlando è impazzito per l'amore non corrisposto di Angelica, che invece si è concessa al soldato saraceno Medoro, e quindi il paladino, spogliatosi dell'armatura come un Hulk rinascimentale, va in giro distruggendo tutto ciò che trova, amici e nemici. Ecco allora che Astolfo, nelle sue peregrinazioni con l'Ippogrifo, compie una sorta di sintesi del viaggio dantesco. Trova la porta degli inferi, scende all'inferno e incontra qui Lidia, una donna punita per la sua crudeltà contro il suo amante, che ella non ha contraccambiato ma ha sf

X Agosto

  Con l'occasione del mio onomastico, cerco di riprendere a scrivere con regolarità su questo blog. Non so se riuscirò a mantenere il Nullo Die Sine Linea, ma cercherò di aggiornare, come mi ero ripromesso, su alcune recenti acquisizioni e letture interessanti. San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'