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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

Giosuè Carducci, "Satana e Polemiche Sataniche" (Zanichelli, 1878)

  “L’inno a Satana” di Carducci è uno di quei testi che avevo piacere di possedere, come indubbia curiosità storica legata al primo Nobel della nostra letteratura, oggi di fatto estromesso dal canone letterario che si insegna a scuola (chissà che non c’entri anche, un po’, quel “peccato giovanile” del Poeta Vate dell’Italia unita). Composto nel 1863 per un simposio privato, e stampato per la prima volta nel 1865, nel 1869 venne riedito per celebrare l’avvio del Concilio Vaticano I, che anticipa di un anno la momentanea caduta dello Stato della Chiesa e del potere temporale dei papi. Questa edizione XIII, da Zanichelli, per ricche Lire Una, è carina per varie ragioni, oltre che per essere l’unica versione ottocentesca, in vita dell’autore, che si recupera facilmente online. Il numero non è male, innanzitutto, satanico il giusto; e poi il 1879, anno dell’edizione, è quello in cui Carducci viene a Mondovì presso il regio Liceo come ispettore, e ne trae spunto per i versi del “Dolce Mondov

Marco Roascio, "Colloquiando col castello", (2024)

  Ho ricevuto con grande piacere questo volume di Marco Roascio, artista monregalese che ha sviluppato nel corso degli anni una notevole ricerca da lui denominata Cabalinguistica, di cui mi è spesso capitato di parlare qui e altrove. Quest'opera, almeno per il mio gusto personale, è forse il capolavoro dell'autore. Si tratta di una stampa-saggio, stampata in soli 17 volumi (a me è capitato il volume 7/17, il numero palindromo della serie), decorata in copertina con un disegno originale, che l'autore ha omaggiato ad alcuni cultori del suo lavoro (in quarta di copertina, a stampa, campeggia invece "Il Conquistatore", opera di Roascio del 2003). Come precisa la breve biografia all'inizio del volume, Roascio (qui definito anche "ludolinguista": io preferisco naturalmente il rimando alla Cabala) precisa il suo debito con Queneau e i suoi esercizi di stile, e Perec, a imitazione del quale (e del suo monumentale "La scomparsa") Roascio ha riscritt

Giovanna Casotto, "The Maid" (Lo Scarabocchiatore, 2024)

  Un nuovo fumetto è uscito in questi giorni per le edizioni de Lo Scarabocchiatore, e si tratta di nuovo di un bel colpo, che dimostra sempre più la credibilità che l’associazione ed editrice ha raggiunto a livello nazionale. Si tratta infatti di un fumetto erotico (non adatto, quindi, a un pubblico sotto i 18 anni, è bene precisarlo) realizzato da una delle massime autrici nell’ambito a livello italiano e, quindi, mondiale: Giovanna Casotto.  Ovviamente, non ne posso condividere la copertina, che incorrerebbe negli strali dei social dove condivido il pezzo, e uso a corredo dell'articolo una immagine relativamente più castigata (e un po' feticistica, secondo lo stile della Casotto). Più sotto, a fondo articolo, potrete trovare il link al sito delle edizioni Lo Scarabocchiatore, dove potete rinvenire altre immagini. Giovanna Casotto è una delle principali autrici del fumetto erotico italiano. Formatasi alla scuola di fumetto di Milano, collabora con l’intrepido poi, nel 19

Bosco, Nobili, "Panoptikon", vol. 1 di 2 (Claire de Lune, 2024)

  “Panoptikon”, recentemente uscito in Francia per le edizioni Claire de Lune, è il primo capitolo (di 48 pagine, su due capitoli totali) di una storia a fumetti sceneggiata da Camillo Bosco e disegnata da Salvatore Nobile. Qui, sul sito dell’editore, è possibile anche vedere una piccola anteprima, che permette fin da subito di farsi un’idea dei meravigliosi disegni: Panoptikon - Éditions Clair de Lune (editionsclairdelune.fr) Si tratta di un volume a mio avviso particolarmente interessante, in cui i due autori tratteggiano una storia dai confini non perfettamente definibili sotto il profilo del genere, ma di grande originalità e fascino. Per certi versi, siamo dalle parti di quel genere / non-genere che è un certo tipo di fantascienza “filosofica”, recentemente tornata in auge con la trasposizione Netflix de “Il problema dei tre corpi”, ma che può avere il suo atto fondante “moderno” in una serie tv epocale come “Lost” (e, ovviamente, ha le sue radici remote nel roman philosophique, c

"Lettere della Serafica Vergine Santa Caterina da Siena" (1644)

  Questo è un primo volume che ho comprato all'interno del mio interesse per il collezionismo di libro antico. Non ho l'aspirazione, come ho spiegato, di raccogliere testi di valore, ma dopo tre ritrovamenti piuttosto casuali legati al Settecento mi affascinava retrodatare al Seicento il volume più antico della mia collezione.  Dato che possedevo già una vita di Santa Teresa d'Avila, tra le cose che ho ritrovato online a un prezzo accessibile sul '600 vi era questa vita di Santa Caterina da Siena (1347-1380), che è la massima mistica dell'era medioevale come Teresa d'Avila lo è dell'età moderna, e che forma appunto il modello della mistica moderna perfezionata da Teresa. La sua figura è indubbiamente interessante, anche per il ruolo che ebbe nel favorire il ritorno della sede papale da Avignone a Roma, nel 1378: un compito da cui si sentiva investita direttamente da Cristo, che in una visione mistica le strappa il cuore e lo sostituisce col suo. Interessante

Laura Civiero, Vera Vano, "Mondi animati, mondi interiori" (Ultra, 2024)

. Ho ricevuto con piacere questo nuovo volume che Ultra ha voluto dedicare alla cultura pop e fumettistica: un bel libro di  432 pagine, a 24 euro, dedicato al cinema di animazione giapponese da Laura Civiero e Vera Vano. Il libro forma una ricognizione a tutto campo del fenomeno, che parte dalle origini del fumetto giapponese e analizza anche l'animazione anteguerra; poi passa ad analizzare l'arrivo degli anime in Italia, non priva di contrasti verso questa nuova forma di cartoni animati, non rivolti necessariamente a un pubblico infantile e quindi spesso accusati di eccessiva violenza. Si procede seguendo gli snodi, noti e meno noti, di quest'arte: il focus principale è costituito da Studio Ghibli, ma si dà anche conto di altre opere, illustrandone e analizzandone il significato, fino a chiudere su "Il ragazzo e l'airone", l'ultimo grande lavoro di Miyazaki uscito lo scorso anno. L'opera mi pare condotta correttamente, funzionando bene come guida a u

Oliver Goldsmith (?), "Il Trionfo della Generosità" (1782)

Questo piccolo volumetto, in cattive condizioni di conservazione, che ho acquistato a un prezzo irrisorio, è il secondo volume del "Trionfo della Generosità" nell'edizione veneziana di Pietro Valvasense, del 1782, un volume attualmente assente nelle vendite online, con tre copie attestate in biblioteche pubbliche. La mia copia non ha naturalmente alcun valore, ma ha qualche elemento di interesse storico-letterario in relazione all'originale. L'opera è infatti attribuita all'autore de "Il Vicario di Wakefield", Oliver Goldsmith (1730-1774), attribuzione ritenuta dubbia, contenuta nell'edizione inglese. Oggi si attribuisce l'opera anche a Arthur Murphy (1727-1805), ed erroneamente attribuita anche a Samuel Jackson Pratt. La storia narra la vita di Francis Wills, secondo i canoni piuttosto classici del romanzo di avventure/formazione settecentesco e primo-ottocentesco: il volumetto in mio possesso, il secondo di quattro, tratta del passaggio dal

Opere spirituali di Santa Teresa di Gesù (1739)

  Una terza tappa nel mio interesse per il libro antico (e in particolare per quello settecentesco, per ragioni sia di interesse, sia di costi) è stato questo volume, ottenuto in dono dopo che avevo palesato il mio interesse. Di nuovo, un bel volume, del 1739, ma su un tema piuttosto comune, di argomento religioso (ritenuto usualmente meno interessante in sé, e per la ampia diffusione), ma comunque di taglio storico, incentrato sulla figura di Teresa d'Avila, che è indubbiamente una figura interessante per il ruolo che ha avuto nella controriforma.  Il frontespizio non è male, c'è anche una bella incisione della santa che si può ammirare qui sopra. Il volume contiene la Vita di Santa Teresa, il Cammino di Perfezione e il Castello Interiore, due suoi saggi di spiritualità. La concezione mi pare ancora barocca, con lunga introduzione, e belle decorazioni nei capilettera. Anche l'uso della "f" per la "s", che fa sì che questi volumi antichi sembrino tutti l

So che domani sarò diversa (Awe Edizioni, 2024)

"So che domani sarò diversa" è il nuovo graphic novel di Awe Edizioni, una editrice fumettistica indipendente nata nel 2016 specializzata in fumetti LGBT, di cui mi è capitato già altre volte di scrivere (vedi qui ). Il fumetto è in arrivo per settembre 2024, dopo essere stato realizzato con un progetto di crowdfunding, ed è disponibile in cartaceo (172 pagine per 22 euro) e in PDF. L’opera, curata da Michela Da Sacco e Francesca Da Sacco (quest'ultima realizza anche la cover art, mentre layout grafico e impaginazione sono di Monica Bonvicini) ha una struttura interessante: otto storie di altrettanti team creativi che affrontano il tema dell'amore tra due ragazze, Anima e Artemis, destinate a incontrarsi in mondi, tempi, luoghi e situazioni differenti. Si tratta di un volume pensato per un pubblico maturo, con quindi possibile presenza di violenza, sesso, nudità; ma il modo con cui la tematica è affrontata è particolarmente delicata e romantica. "Un progetto nato

La figlia del diavolo (Black Dog Editore, 2024)

  La figlia del diavolo e altri racconti weird è un bel volume edito in questo 2024 da Black Dog editore, un’antologia di cinque racconti di cinque diversi autori che affrontano diverse declinazioni del weird, in una esplorazione dei meandri del pulp statunitense dei primi anni del ‘900. Il volume vede una bella copertina di Beatrice Rocca, che firma anche tutte le pregevoli illustrazioni all’interno, mentre il progetto grafico è di Mauro Rancan. L’autore più celebre è Robert E. Howard , presente con due racconti(i fratelli Weinbaum ne scrivono insieme uno), The Black Stone e The Hunter of the Ring, nella traduzione di Marcello Figoni, che traduce anche Fiancess for the Devil’s Daughter, di Russell Gray, che dà il titolo alla raccolta, lievemente rielaborato. Tidal Moon dei fratelli Stanley G. Weinbaum ed Helen Weinbaum, tradotto da Filippo Genta, porta invece maggiormente dalle parti della fantascienza, mentre Blood for the Vampire Dead di Robert L. Bellem, sempre tradotto da Ge

Dictionnaire de Mythologie (1745)

  Negli ultimi tempi, ho sviluppato un interesse per il libro antico. All'inizio mi sono avvicinato al libro d'epoca del periodo 1900-1945. Un periodo interessante, perché esprime un altro mondo totalmente diverso dal nostro, e di cui è facile trovare varie cose a poco prezzo sui mercatini.  Per paradosso, era una scelta che nasceva per limitare un po' l'affollamento di libri ormai patologico che caratterizza la mia abitazione. Così mi sono sbarazzato di un po' di scolastica superflua e di doppioni (portati alle postazioni di scambio libri) per creare un minimo di spazio e ho deciso di andare su qualcosa di meno facilmente reperibile, rallentando la crescita delle mie collezioni storiche, in primis di fumetto, ma anche di libri a tema storico, letterario, artistico e di romanzi, collegati anche alla mia professione di insegnante di lettere e storia. All'interno di questa caccia al libro, all'inizio di quest'anno, al Libro Ritrovato torinese, che è per me

Bruno Morchio e Marco D'Aponte, "Maccaia" (Capricorno, 2024)

  Il post di oggi è relativo a un bel volume di recente uscita, la graphic novel "Maccaia" tratta dal romanzo dello scrittore Bruno Morchio, sceneggiata e disegnata da Marco D'Aponte, fumettista di cui spesso mi è capitato di parlare (vedi qui ), e che nella sua poliedrica produzione ha appunto un occhi di riguardo per il noir. L'opera è edita da Capricorno, casa editrice indipendente di Torino che si aggiunge così alle molte case editrici che, ormai, si cimentano anche nel mercato del fumetto da libreria. L'opera però è uscita anche edicola xome allegato de Il Secolo XIX, in una operazione commerciale esistente ma non così frequente, e che qui si giustifica per il forte radicamento genovese di questo giallo. A partire dal titolo: "Maccaia", parola che non conoscevo, e che indica un particolare clima genovese, quando, per citare le parole d'apertura del romanzo, "il vento soffia dal mare gonfio di sale e di umidità. La primavera arriva così. Lo